venerdì 2 dicembre 2011

Waiting for Christmas (2) - L'uomo più fortunato del mondo di Massimo Cortese

Cari lettori,
oggi ho ricevuto un dono inaspettato.
Massimo Cortese, autore della "trilogia della speranza" ha deciso di pubblicare sul blog, un suo racconto dedicato al Natale, "L'uomo più fortunato del mondo".
Con il suo stile ironico e scorrevole ci propone una riflessione sui beni materiali e su quello che conta davvero nella vita.
Ringrazio l'autore e sono lieta di presentare:

L'uomo più fortunato del mondo

Il Telegiornale delle ore 20.00 sta per concludersi, ma all’apertura, visto e considerato che oggi è la Vigilia di Natale, il conduttore ha detto che ci sarà una sorpresa.
Conduttore: Prima di salutarci, ci colleghiamo ora con
Milano, dove c’è il nostro inviato Federico Vismarc che intervista una persona veramente eccezionale.
Vismarc: Innanzitutto, buonasera a tutti. Vi presento il signor Giuliano, un uomo veramente fortunato. Pensate, negli ultimi venti anni, tutte le volte che ha giocato un solo biglietto alla Lotteria di Capodanno, ha sempre vinto, come pure al Totocalcio. E’ vero, signor Giuliano, che recentemente una rivista inglese l’ha definita l’uomo più fortunato del mondo?
Giuliano: La rivista inglese ha semplicemente scritto che sono l’uomo più fortunato nel gioco, solo in quello.
Vismarc: E le pare niente? Non si rende conto della grande fortuna che l’ha colpita?
Giuliano: Scusi, ma a quale fortuna si riferisce?
A questo punto Vismarc intuisce che il signor Giuliano non ha ben compreso la domanda: forse è l’emozione.
Vismarc: Immagino che lei è felice del fatto che quando gioca vince un sacco di soldi.
Giuliano: Assolutamente no. Io sono un uomo disperato.
E così dicendo, si mette a piangere come un bambino.
Direttore della testata: Ma siamo diventati matti? Un servizio così ci distrugge tutti. Ma come può essere saltata in mente una trovata del genere a quell’imbecille. Io lo faccio licenziare, altrochè, di Bismark non sentiremo più parlare.
Segretaria: Signor Direttore, c’è una telefonata per lei.
Direttore: Signorina, non ci sono per nessuno.
Segretaria: Ma è il Presidente …
Direttore: Signor Presidente, che piacere ascoltarla…
Presidente: Direttore, mi congratulo con lei per la scelta indovinata: questa vicenda è una storia strappalacrime. Bravissimi, continuate così, l’audience sta già avendo un’impennata. La concorrenza non si aspettava un colpo gobbo di questa portata, rivolga i miei saluti anche a quel giovane giornalista d’assalto, come è che si chiama… Prismarc. Questa televisione che da gioiosa passa al dolore è affascinante. Continuate pure, andate con la pubblicità e sospendete il resto della programmazione. La gente vuole emozioni forti.
Direttore: Dobbiamo continuare, questa storia appassiona, non possiamo interrompere la diretta. Inquadrate anche la gente che arriva sul posto, e se non arriva mandate delle comparse.
Vismarc: Senta, signor Giuliano, ma io non la capisco proprio. Con tutti i soldi che avrà vinto, la sua vita deve essere cambiata. Tutta l’Italia la invidia e lei si dispera?
Giuliano: Amico mio, all’inizio anch’io ero convinto che con qualche vincita al gioco avrei potuto vivere felice e da gran signore, ma le cose non stanno così. Tutti questi soldi mi hanno distrutto, prima conducevo una vita normale, i sacrifici da fare, il mutuo da pagare, oggi vivo come un barbone. Vedete la camicia che indosso: lei penserà che è la camicia dell’uomo più felice del mondo, invece me l’hanno data ieri alla Caritas.
Vismarc: Coraggio, ci racconti la sua storia.
Giuliano: C’è poco da raccontare. Prima di cominciare a vincere al gioco, in fondo ero un uomo felice, anche se non ne ero consapevole. Avevo una moglie che mi voleva bene, due bambine deliziose, amici veramente sinceri. Poi, come ho cominciato a vincere, sono iniziati i grossi problemi. E’ cominciata a venire a intervistarci la televisione, così le persone con cui condividevo il tram tram sono cambiate, non erano più le stesse. Sono sbucati invece avvoltoi da tutte le parti, insomma non mi faccia dire altro che mi vien da piangere, mi hanno abbandonato tutti, ho cominciato ad andare dall’analista… Oggi vivo di carità, hanno tentato di farmi interdire. Non ne posso più di questa vita, mi aiuti lei.
Vismarc: Io? E che genere di aiuti posso darle?
Giuliano: Un consiglio, una buona parola. Ma lo sa che nessuno parla più con me, mi hanno lasciato solo con questo bastardino qua.
Vismarc: Non si butti giù, in fondo la vita può essere cambiata, l’importante è rimettersi in gioco.
Giuliano: Come sarebbe a dire?
Vismarc: Non dobbiamo mai farci condizionare dagli eventi, lei ha sperato che la sua vita potesse avere una svolta con le vincite, e queste lo hanno travolto.
Ma la vita è un qualcosa di meraviglioso, di unico, d’irripetibile. Quello che le manca, signor Giuliano, è il ritorno alla normalità, al vero gusto della vita, che al momento non sembra avere un senso.
Giuliano: E allora che cosa dovrei fare?
Vismarc: Innanzitutto non beva più. Getti le bottiglie della disperazione e si renda più presentabile!
Giuliano: Ma che cosa crede, io queste cose le ho già fatte. Quante volte ho pensato di cambiare, e c’ero quasi riuscito. Poi, però, sono ricaduto nel vizio, nel gioco volevo dire.
Vismarc: Mi scusi, signor Giuliano, ma non mi vorrà forse dire che lei prova piacere nel giocare?
Giuliano: Ci provo gusto, indubbiamente. Il gioco, anche se non perdo mai, ha un suo fascino.
Vismarc: E allora, dov’è il problema?
Giuliano: Il fatto è che provo un grosso senso di colpa per coloro che giocano e che dilapidano tutti i loro averi. Ma non legge sul giornale di quello che, dopo essersi giocato tutto, dorme sotto i ponti?
Vismarc: Ma allora la sua cos’è, solidarietà?
Giuliano: Non dica stupidaggini. Però mi sento responsabile come se quei disgraziati fossero figli miei.
Vismarc: Amici, quello di stasera è un caso strano, anche perché non si capisce come se ne possa uscire fuori. Il signor Giuliano avrà forse bisogno di un piatto di minestra, di una doccia calda o di una voce amica: chissà! La diretta finisce qui, s’interrompe. Ognuno di noi faccia una pausa di riflessione.. I soldi non fanno la felicità, anzi possono anche rendere infelici. Che possiate rimanere nel dubbio. Federico Vismarc vi saluta e vi augura Buon Natale, e ricordate: I soldi non sempre fanno la felicità.
Quest’ultima frase gli è uscita dal cuore, e pensare che per il resto della sua esistenza ha sempre creduto in tutt’altra cosa, ma questa è una serata fredda, magica e frizzante, di quelle che ti fanno pensare e riflettere.
Il giornalista è contento, come se avesse fatto qualcosa d’importante. Anche Giuliano è sereno, sembra essersi levato un peso dallo stomaco. C’è anche della gente che gli viene incontro, e qualcuno lo abbraccia. Riceve una telefonata dalla figlia, che non sentiva da tempo.
Novità in vista?


Massimo Cortese

L'autore


Massimo Cortese è nato il 30 maggio ad Ancona, dove vive e lavora come funzionario di un ente locale. Laureato in Giurisprudenza, sposato con Daniela, ha una figlia di undici anni, alla quale ha dedicato il suo primo libro "Candidato al Consiglio d’Istituto". Il suo secondo libro è "Non dobbiamo perderci d’animo". Ha pubblicato racconti nelle Antologie "Tutti i colori dei bambini, I sentieri del cuore" ed "Alchimie di viaggio".
Nel 2011 ha pubblicato "Un'opera dalle molte pretese" e il racconto "Le ragazze dei Blog Letterari" nell'antologia "L'amore delle donne"
Tutti i romanzi e i racconti sono stati editi da Edizioni Montag.


Per saperne di più potete leggere le mie recensioni di:
Candidato al Consiglio D'Istituto e Non dobbiamo perderci d'animo ,
l'intervista all'autore e la lettera "L'opinione di uno scrittore- lettera cortese all'onorevole Levi".

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