mercoledì 28 luglio 2010

“Il Libro Eterno” intervista: Danila Comastri Montanari

Danila Comastri Montanari nasce a Bologna il 4 novembre del 1948. Lascia precocemente la scuola per entrare all'università dove si laurea in Pedagogia (1970) e in Scienze Politiche (1978). Per vent'anni insegna e viaggia ai quattro angoli del mondo.
A partire dal 1990 scrive gialli storici incentrati sulla figura di Publio Aurelio Stazio, nobile senatore della Roma di Claudio (metà I secolo d.C.). Al momento sono stati pubblicati 15 romanzi : Mors tua, In corpore sano, Cave canem (potete trovare la mia recensione qui), Morituri te salutant, Parce sepulto, Cui prodest?, Spes ultima dea, Scelera, Gallia est, Saturnalia, Ars moriendi - Un'indagine a Pompei, Olympia - Un'indagine ai giochi ellenici, Tenebrae, Nemesis, Dura Lex (pubblicati con la Hobby & Work).
Oltre alla serie di Publio Aurelio ha scritto altri romanzi e racconti ambientati in differenti epoche storiche.

Ha gentilmente accettato di rispondere alle domande di questa intervista.

Grazie della disponibilità e benvenuta nel blog “il libro eterno”.

Lei ha scritto romanzi e racconti mistery ambientati in epoche storiche differenti.
Perchè ha scelto di dedicarsi al giallo storico?

Perché non mi diverto a leggere o a scrivere vicende “veriste” ambientate sotto casa, mi basta di viverle quotidianamente. Perché il passato consente di mettere in scena situazioni che a volte esistono anche nel presente e sottolineare quanto nell’essere umano vi sia di diverso nelle varie società e quanto di uguale in tutti i tempi. Perché non vi è più nulla di esotico, salvo il passato. Perché il passato mi affascina non soltanto nella sua realtà oggettiva, ma anche per i modi in cui è stato percepito e tramandato dall’immaginario collettivo.
E irriverentemente: perché un romanzo storico è meno datato, per cui si vende anche a distanza di decenni. E sul romanzo storico non arrivano querele dai pezzi grossi che credono di riconoscersi nel cattivo di turno, in quanto i protagonisti sono tutti morti da duemila anni…


E’ difficile delineare un personaggio che non appartiene alla nostra epoca?

Conoscere la letteratura dell’epoca non basta, anche se è certamente la base da cui partire: nemmeno oggi infatti si pensa o si parla come si scrive. In ogni caso, anche restando volutamente superficiali, il lavoro da affrontare non è banale e proprio per questo è interessante e divertente: duemila anni fa i punti di riferimento erano altri, diverse le citazioni entrate nell’uso comune, diversi i paragoni entrati in memoria, differenti le locuzioni con cui si esprimevano i concetti. Pensate ad esempio quanta parte del nostro attuale linguaggio è desunto dalla tradizione biblica: tutto ciò va espunto con grande attenzione, così come va espunta una mentalità che, dopo venti secoli, si è radicata profondamente nel vissuto interiore di ogni occidentale, anche in chi non professa la religione cristiana. Occorre dunque fare sempre riportarsi ai classici, leggendo tra le righe degli autori antichi anche ciò che non esprimevano a viva voce, perché per loro era assolutamente ovvio.
Chiedersi come pensava e come viveva le sue emozioni un uomo di venti secoli or sono non è comunque sufficiente, occorre anche “modernizzare” in parte il suo pensiero, per renderlo comprensibile a chi è nato ai tempi nostri (ecco un’affermazione che scatenerà le ire dei filologi!). Se uno scrittore di romanzi storici non lo facesse, se non si domandasse come avrebbe affrontato un romano del I secolo dei problemi analoghi ai nostri, produrrebbe soltanto un’arida cronaca, incapace di appassionare il pubblico.


Quanto tempo dedica alla ricostruzione storica della trama?

Dipende dal contesto. Se il romanzo si svolge nell’Urbe, avendo già abbastanza chiaro lo sfondo, mi dedico essenzialmente ad approfondire la subcultura all’interno della quale intendo dipanare la vicenda, ad esempio, il mondo della medicina antica (“In corpore sano”) o quello dei ludi gladiatori (“Morituri te salutant”) il funzionamento delle banche (“Parce sepulto”) lo svolgimento dei processi penali (“Dura lex”) la schiavitù minorile (“Saturnalia”) ecc… Il romanzo che mi ha chiesto il maggior sforzo di documentazione però è “Terrore” che non si svolge nell’impero romano, bensì nella Francia rivoluzionaria: tutto ciò che accadeva a Parigi in quel settembre del 1793 veniva tramandato giorno per giorno, quindi il rischio di sbagliare era elevatissimo.


Quali sono i suoi autori preferiti?

Rispondo come rispondeva Foscolo: Omero, Dante e Shakespeare. Quelli che frequento tutti i giorni però sono gli autori di thriller, di polizieschi o comunque di romanzi di indagine, d’epoca, o di ambiente, dai grandi autori che ormai ci hanno lasciato (Rex Stout, Robert Van Gulik, Ed McBain ecc…) fino agli attuali - compresi Follett, Grisham e Sussman, che reputo splendidi professionisti, capaci di incollare il lettore alla trama dalla prima pagina all’ultima – e ai nuovi giallisti di vari paesi non necessariamente europei, quali Turchia, Israele, Cina, Giappone ecc…
Leggo quasi esclusivamente narrativa di genere, ovvero “di massa” come si sarebbe detto un tempo, o “di intrattenimento” come dice oggi chi non la apprezza appieno, dimenticando che anche Omero, Boccaccio e Ariosto scrivevano opere “di intrattenenimento”.


Come mai ha deciso di ambientare la saga di Publio Aurelio Stazio nella Roma Imperiale di Claudio (41-54 d.C.)?

La precoce lettura di “Io, Claudio” di Robert Graves ha colpito a distanza di decenni!


Secondo lei, il sistema di vita occidentale si può definire come una evoluzione moderna di quello romano?

Non credo proprio. Era una cultura completamente diversa, dove il bene e il male, l’amore e l’odio, la vita e la morte, venivano concepiti in tutt’altra maniera. In mezzo ci sono venti secoli di cristianesimo, con l’accento posto su valori che duemila anni or sono non erano percepiti come tali. E ci sono anche due secoli e mezzo di diritti dell’uomo, a partire dalle rivoluzioni settecentesche, in particolare quella francese, dove affondano le radici dell’Europa moderna, del tutto estranee sia al cristianesimo sia al mondo classico: oggi i nostri valori, per quanto vacillanti, sono riportabili al motto: “libertà, uguaglianza, fraternità”.


Progetti per il futuro?

Gatti, piante, viaggi, terme, internet, chiacchiere, libri da leggere, libri da scrivere.

Grazie! Per chi volesse approfondire questo è il sito ufficiale dell'autrice  http://www.diciemme.eu/ e il profilo pubblico su facebook http://www.facebook.com/danila.comastri.montanari

martedì 27 luglio 2010

Unending Love - Rabindranath Tagore

I seem to have loved you in numberless forms, numberless times…
In life after life, in age after age, forever.
My spellbound heart has made and remade the necklace of songs,
That you take as a gift, wear round your neck in your many forms,
In life after life, in age after age, forever.

Whenever I hear old chronicles of love, it's age-old pain,
It's ancient tale of being apart or together.
As I stare on and on into the past, in the end you emerge,
Clad in the light of a pole-star piercing the darkness of time:
You become an image of what is remembered forever.

You and I have floated here on the stream that brings from the fount.
At the heart of time, love of one for another.
We have played along side millions of lovers, shared in the same
Shy sweetness of meeting, the same distressful tears of farewell-
Old love but in shapes that renew and renew forever.

Today it is heaped at your feet, it has found its end in you
The love of all man’s days both past and forever:
Universal joy, universal sorrow, universal life.
The memories of all loves merging with this one love of ours –
And the songs of every poet past and forever.

sabato 24 luglio 2010

La venere di rame – Lindsey Davis

Trama

Dopo aver eseguito con successo un incarico per l’Imperatore Vespasiano, l’investigatore Marco Didio Falco si trova nella prigione delle Latomie in compagnia di ratti e ubriachi (grazie al suo zelo ha dimostrato l’inefficienza della prima spia del palazzo Anacrite e deve scontare una pena ingiusta).
Dopo alcuni giorni la madre paga una grossa cauzione e finalmente viene liberato. A causa dell’esperienza vissuta, Falco decide di non lavorare più per l’Imperatore ma di mettersi in proprio come investigatore privato.
Viene ingaggiato da una ricca famiglia di liberti per allontanare Ortensio Novo (l’ultimo scapolo della famiglia) dalle grinfie dell’affascinante Severina, una vedova nera (i suoi tre mariti sono morti in circostanze misteriose) che lo vuole sposare...
Ma Ortensio viene avvelenato durante un banchetto, ed è proprio Severina a chiedere a Falco di far luce sulla morte del suo ex futuro sposo…

Recensione

“La Venere di rame” è la terza avventura dell'investigatore privato Marco Didio Falco, ma è la prima per la sottoscritta.
In questo romanzo ci troviamo nella Roma Imperiale governata dall’Imperatore Vespasiano e da suo figlio Tito (che compare nella storia in un ruolo marginale).
Marco Didio Falco è un personaggio affascinante, innamoratissimo della sua fidanzata patrizia Elena Giustina e sempre nei guai a causa del suo lavoro (all’inizio del romanzo lo troviamo a marcire in una cella perché ha pestato i piedi alla prima spia del palazzo).
Mi sono piaciute le descrizioni della vita romana e l’ironia del protagonista, ma avrei eliminato alcune parti della storia (tipo la preparazione e la cottura del rombo gigante regalato da Tito).

Una considerazione: viene definito giallo storico ma in realtà non è così, in questo romanzo l’omicidio e la sua risoluzione hanno solo una parte marginale della storia, in realtà è uno spaccato della civiltà romana del tempo, con i suoi usi e costumi che ricordano tanto quelli della nostra epoca…

Autrice: Lindsey Davis
Titolo: La venere di rame
ISBN-10: 8851522405
ISBN-13: 9788851522407
Editore: Net

giovedì 22 luglio 2010

Cara Isabel – Maria Beatrice Panico

“Cara Isabel" è il racconto di un ritorno alla gioia di vivere ed all’amore. É la storia della rinascita, lenta e sofferta, di un’anima bella che dalle ceneri spicca di nuovo il volo. É la storia di Rebecca che in un momento difficile della sua vita affida ad un mezzo antico i più intimi sentimenti del suo cuore. Riprende a scrivere e, scrivendo alla sua amica Isabel, riesce a riprendere i fili della sua esistenza ed a ritrovare se stessa. Un bel giorno le esortazioni di Isabel danno il loro frutto. Rebecca si appresta a rimettersi in gioco: partirà per una crociera sul Nilo con la promessa di raccontare ogni cosa all’amica al suo ritorno. Galeotto sarà il Nilo ed una corsa mattutina sul ponte della nave...

Recensione

“Cara Isabel” è un romanzo dal sapore antico, con un linguaggio nobile e ricercato che ricorda i classici del passato.
Rebecca è una ragazza colta e raffinata ma infelice, la vita le ha riservato molte delusioni e il suo unico conforto è il rapporto epistolare con la sua migliore amica Isabel, e grazie ad un incontro fortuito (durante una crociera sul Nilo) ritornerà ad amare la vita.
Il romanzo mi è piaciuto, è ambientato ai giorni nostri ma la protagonista sembra un’eroina del passato che incontra un gentiluomo d’altri tempi.
Interessante la forma epistolare (insolita in un romanzo contemporaneo) come un omaggio a capolavori come “i dolori del giovane Werther” di Goethe” o “le ultime lettere di Jacopo Ortis” di Foscolo…
Bello.

Autrice: Maria Beatrice Panico
Titolo: Cara Isabel
ISBN-10: 8863072515
ISBN-13: 9788863072518
Editore: Zerounoundici Edizioni (collana rosso cuore)

martedì 20 luglio 2010

“Il Libro Eterno” intervista: Valentina Bellettini

Valentina Bellettini è nata a Rimini nel luglio 1983.
Il suo primo libro s’intitola "Profumo d'incenso" ed è stato pubblicato nel maggio 2008 dalla Giraldi Editore (potete leggere la mia recensione qui)
Nel maggio 2009, un suo racconto, “La voce di Minì”, rientra nella rosa dei finalisti (8 su 48 racconti) al contest “Scrivi un fantasy e incontra Licia Troisi” promosso dal sito Mondadori.
Nel luglio 2009, una telefonata della Mondadori le comunica che è stata selezionata tra 780 richieste per partecipare al primo Laboratorio di Scrittura Creativa gratuito.
Nella primavera 2010 l'autrice diventa moderatrice del forum "Gli autori" (dall'omonimo portale "Gliautori.it" ideato da Simone Fieni) e le vengono affidate le sezioni "Gli autori si presentano" e "Le terre del fantasy", quest'ultima gestita assieme all'amica scrittrice Teresa Di Gaetano.

Valentina è stata così gentile da rispondere alle domande di questa intervista.

Ciao Valentina e benvenuta nel blog “il libro eterno”, ti va di presentarti ai lettori?

Grazie dell’invito, Ivana. Sono una ragioniera che lavora nell’ambito del commercio, ma se tra il vendere la merce e interagire con la clientela mi trovo a mio agio, lo stesso non si può dire riguardo ai numeri e la contabilità. Sono ragioniera, sì, ragiono sulle emozioni e nel mondo della fantasia, rifletto nell’inventare storie. Questo, da sempre. Scrivere è parte di me e mi è inconcepibile vivere senza. Inoltre sono un’assidua lettrice, una divoratrice di libri.


Vuoi parlarci del tuo romanzo “Profumo d'incenso”?

“Profumo d’incenso” è il mio primo romanzo: è un fantasy mitologico e travel time, ma anche un romanzo di formazione. Nei suoi sogni notturni, l’adolescente Marta si ritrova nei panni della dea Iside e vive una serie d’avventure straordinarie legate al mito egizio; nella realtà quotidiana il tutto si traduce con la consapevolezza di sé e di quello che potrebbe diventare “da grande”.
L’atmosfera fantasy, il mito egizio e il sogno, sono dunque dei pretesti per far sì che comprenda il proprio scopo della vita.


Com’è nata la tua passione per l’Antico Egitto e i suoi dèi?

Quando abbozzai la storia ero appena tornata da un viaggio in Egitto; ero rimasta talmente affascinata dalla mitologia, dall’intelligenza, dai misteri e dalle bellezze monumentali (come gli enigmatici geroglifici e i coloratissimi affreschi) che una parte di me non riusciva proprio a tornare alla realtà (guarda caso...). La mia passione è quindi nata sul posto, perché vissuta: visitare l’Egitto storico (la parte balneare è un’altra cosa) è come tornare indietro nel tempo. É inevitabile l’immersione nel passato.


Che metodo di lavoro hai seguito per scrivere il romanzo?

Anzitutto, la documentazione. Ho cercato su vari siti Internet tutte le informazioni riguardo alla mitologia egizia, prendendo poi appunti anche riguardo al mobilio nelle case, le usanze e i costumi, i luoghi... persino qualche curiosità. Per il resto, ho abbellito la storia usato la mia immaginazione. Il lavoro di stesura ha richiesto quindici intensi giorni di scrittura ininterrotta! In fondo è un romanzo breve...


Pensi che i concorsi letterari possano aiutare uno scrittore ad emergere?

Dipende dai concorsi. La maggior parte offre uno spunto per scrivere e nulla di più, però ci sono anche concorsi importanti (e noti), con cui vale la pena di mettersi alla prova almeno una volta, specie se in cambio alla quota d’iscrizione corrisponde la valutazione del testo. In caso contrario preferisco i concorsi gratuiti!


Hai pubblicato il tuo romanzo con la Giraldi Editore, come ti sei trovata con questa casa editrice?

Agli esordi non avevo pretese, ed ero anche piuttosto ignorante in materia editoria.
Ho scelto una casa editrice che fosse relativamente vicina alla mia città e ho volutamente scelto una piccola-media realtà, perché pensavo che fosse giusto partire dal basso (predisposta alla gavetta!). Mi sono accontentata. Ma il sogno di vedere pubblicati i miei romanzi è sempre più intenso, specie se penso ai lettori che hanno cominciato a seguirmi con “Profumo d’incenso” e si aspettano di leggere qualcos’altro di mio. Il mondo dell’editoria è duro e spietato, ma sapendo che ci sono persone che credono in me e aspettano pazientemente insieme a me è già un risultato!


Quali sono i tuoi progetti per il futuro?

Riuscire a pubblicare il secondo romanzo “Eleinda – una leggenda scritta nel destino” (storia che potrebbe diventare una saga poiché ho scritto anche il seguito) e il romanzo breve “Incantevoli occhi di vetro”. Sono sempre storie fantastiche che strizzano l’occhio alla realtà quotidiana; quest’intreccio è ormai nel mio stile. Nel frattempo continuo a leggere, scrivere recensioni e partecipare al forum Gliautori.it; quest’esperienza da moderatrice si sta rivelando molto importante dato che mi permette di confrontarmi con altri autori e consultarci, non solo in merito ai meccanismi dell’editoria, ma anche a livello di stile di scrittura. In futuro spero poi di scrivere il romanzo che ho in mente da diversi anni e, in generale, son sempre pronta a sfornare idee per nuove storie... la volontà non mi manca!

Grazie Valentina! e per chi volesse approfondire, questo è il blog dell'autrice http://valentinabellettini.spaces.live.com/ e questo è il booktrailer del romanzo

domenica 18 luglio 2010

I Diabolici - Pierre Boileau e Thomas Narcejac

Trama

Fernand Ravinel è un rappresentante di commercio, ha trentotto anni e vive con sua moglie Mireille a Enghien vicino Parigi. Ha un amante, Lucienne (una dottoressa che ha curato Mireille qualche anno prima per una febbre tifoide) che ha ideato un piano diabolico, uccidere Mireille per intascare i soldi della polizza vita.
Nonostante le paure e le incertezze di Fernand, attirano con uno stratagemma Mireille in una villa isolata e la uccidono nella vasca da bagno. Dopo 48 ore buttano il corpo nel lavatoio di casa (tutti penseranno ad un incidente) e continuano con la messinscena preparata in precedenza.
Tutto procede per il meglio tranne un particolare…il cadavere scompare misteriosamente e Fernand inizia a ricevere dei messaggi da Mireille...
E’ l’inizio di un incubo…

“Dall'altro lato del corridoio, dei piedi scivolano sul parquet della camera da letto. Il lampadario si accende. La parte inferiore della porta dello studio s'illumina. Lei è dietro, proprio dietro, eppure non può esserci qualcuno dietro. Attraverso l'ostacolo, si ascoltano, il vivo e il morto. Ma da quale parte è il vivo, da quale parte il morto? ”

Recensione

Lui, lei e l’altra, sembra il solito triangolo amoroso eppure non è così…
Fernand Ravinel è un uomo vile e mediocre che viene convinto dall’amante ad uccidere la moglie per soldi, per lui “il suo delitto è un concatenamento di minute circostanze, di piccole vigliaccherie permesse per indifferenza”, e dopo l’omicidio inizia a vivere il suo incubo, con le paure e le incertezze che lo attanagliano fino alla drammatica decisione finale…
Mireille è la vittima, la dolce moglie che viene uccisa a tradimento dal suo caro marito e dalla sua migliore amica, ma è davvero così?
Lucienne è l’altra, l’amante diabolica, la vera burattinaia di questa storia perché convince il vile Ravinel ad uccidere la moglie, è il personaggio più ambiguo del romanzo, ama davvero Fernand o vuole solo i suoi soldi?
Anni fa ho visto la trasposizione cinematografica del romanzo, “i diabolici” di Henri-Georges Clouzot con Simone Signoret e Vera Clouzot, pensavo di conoscere la storia e invece mi sbagliavo, il romanzo è più bello, Pierre Boileau e Thomas Narcejac sono riusciti a creare un noir a tinte forti con un crescendo di tensione fino all’agghiacciante epilogo e la vicenda viene narrata dal protagonista Fernand che è la vera vittima della storia…
Avvincente.

Autori: Pierre Boileau Thomas Narcejac,
Titolo: I diabolici (Les Diaboliques (Celle qui n'était plus), 1952)
ISBN 978-88-8112-404-1
Editore: Fazi

venerdì 16 luglio 2010

Le braci - Sándor Márai

Trama

Dopo quarantun anni, due uomini, che da giovani sono stati inseparabili, tornano a incontrarsi in un castello ai piedi dei Carpazi.. Uno ha passato quei decenni in Estremo Oriente, l'altro non si è mosso dalla sua proprietà. Ma entrambi hanno vissuto in attesa di quel momento Null'altro contava per loro. Perché? Perché condividono un segreto che possiede una forza singolare: "una forza che brucia il tessuto della vita come una radiazione maligna, ma al tempo stesso dà calore alla vita e la mantiene in tensione". Tutto converge verso un "duello senza spade" ma ben più crudele. Tra loro, nell'ombra il fantasma di una donna.

Recensione

Un romanzo intenso e introspettivo, come una sorta di monologo con ricordi del passato.
All’inizio la trama è tutta incentrata sulla vita di Henrik, dalla sua nascita al rapporto con i genitori e con l’amata balia Nini, e poi l’adolescenza passata nel collegio militare dove incontra Konrad e stabilisce con lui un’amicizia totale, passionale, quasi al livello di un legame amoroso, un’amicizia indistruttibile…

“Non ebbero bisogno di stringere patti di amicizia come fanno di solito i ragazzi della loro età, che indulgono con passionalità enfatica a rituali ridicoli e solenni, nella forma incosapevole e grottesca in cui il desiderio si manifesta tra gli uomini quando decide per la prima volta di strappare il corpo e l'anima di un'altra persona al resto del mondo per possederla in maniera esclusiva. Il senso dell'amore e dell'amicizia è tutto qui. La loro amicizia era seria e silenziosa come tutti i grandi sentimenti destinati a durare una vita intera.”

Un legame raro e prezioso, ma Konrad non ha mai perdonato ad Henrik la sua ricchezza e il suo nome, e Henrik non gli ha mai perdonato la sua anima di artista, la sua diversa visione del mondo.
E poi arriva la parte fondamentale, l’incontro con Konrad dopo quarantun anni, un incontro che aspettavano da tempo, perché c’erano troppo domande in sospeso tra di loro, soprattutto il fantasma di Krisztina, moglie di Henrik e sicuramente amante di Konrad.
E’ un romanzo sull’attesa, perché il tempo scorre inesorabile ma Henrik aspetta il ritorno di Konrad per vendicarsi del passato e conoscere la verità...

ma qual è la verità?


Autore: Sándor Márai
Titolo: Le braci
ISBN-10: 8845913732
ISBN-13: 9788845913730
Editore: Adelphi (Biblioteca, 358)

mercoledì 14 luglio 2010

Ilium - Dan Simmons

Introduzione

Ilium è un romanzo di fantascienza scritto da Dan Simmons nel 2003. In Italia la casa editrice Mondadori l'ha diviso in due volumi intitolati L'assedio e La rivolta

Trama

Thomas Hockenberry è stato un insegnante universitario di letteratura greca antica, con una vita assolutamente normale. Per quale motivo, allora si trova adesso ad assistere alla guerra di Troia, al servizio degli dèi dell'antica Grecia? E perché gli stessi dèi sembrano padroneggiare una tecnologia avanzatissima, con la quale cercano di alterare i corsi degli eventi e uccidersi a vicenda? Intanto, in un futuro lontano migliaia di anni, su una Terra dove i pochi abitanti rimasti hanno come sola occupazione il divertimento, solo un uomo ricorda ancora l'antica arte della lettura e la sfrutta cercando di risolvere l'enigma più grande di tutti: chi ha costruito le macchine che governano il pianeta?


Recensione

Unire un classico greco come “l’iliade” alla fantascienza (citando anche Shakespeare e Proust) e creare una sorta di “ucronia” degli eventi, è un’idea interessante.
Che cosa sarebbe successo se la morte di Patroclo fosse stata attribuita agli dèi e non a Ettore?
Come si sarebbe comportato Achille?
E’ un romanzo insolito, molto lungo e in certi punti complicato, in realtà ci sono tre storie, quella del professor Hockenberry che rivive la guerra di Troia su Marte (e in un certo senso cambia gli eventi), gli umani sulla terra. che sono esseri vuoti, non sanno leggere e scrivere e pensano solo alle feste (aspettando la morte a cento anni) e infine ci sono i moravec, Mahnmut e Orphu, due androidi inviati su Marte per controllare le intense perturbazioni riscontrate sul pianeta...
Tre storie che corrono parallele ma che sono destinate ad incrociarsi…
La trama è ben articolata e mi sono piaciute le descrizioni delle ambientazioni.
I personaggi che ho adorato di più sono stati i due androidi Mahnmut e Orphu (che parlano tra loro citando Shakespeare e Proust) e Harman (unico uomo del pianeta in grado di leggere) che non accetta la sua inattività e vuole vivere la vita come un “uomo” e non come un “essere vuoto”.

Dedicato agli amanti della fantascienza e dei classici greci…

martedì 13 luglio 2010

Profumo d’incenso – Valentina Bellettini

Il mito

Fino all’avvento del Cristianesimo e dell’Islam, gli antichi egiziani praticavano una religione politeista. Il pantheon egizio era composto da decine e decine di dei e dee e le loro storie erano inserite in cicli leggendari. Il mito più famoso e venerato era quello del dio Osiride e della sua sposa la dea Iside…
Le due divinità regnavano felici sull’Egitto, erano amati e rispettati da tutti, e insegnavano al popolo come coltivare la terra e venerare gli dei.
Un giorno Seth fratello invidioso di Osiride, decise di uccidere il sovrano con l’inganno.
Fece costruire un sarcofago ricoperto di pietre preziose( su misura del fratello), e durante un banchetto promise di regalarlo a chi vi fosse entrato di misura. Quando arrivò il turno di Osiride il sarcofago venne chiuso e gettato nel Nilo, facendo annegare il sovrano (Questo atto simboleggerebbe l'annuale inondazione del Nilo).
Iside disperata partì alla ricerca del marito…

Trama

La tredicenne Marta deve affrontare l’esame di terza media e la scelta della scuola superiore, purtroppo non sa ancora che argomento portare all’esame e non ha una materia che l’appassiona.
Un giorno sua sorella Laura le comunica che deve partire per l’Egitto con il fidanzato, e Marta scopre per caso un libro illustrato sull’Antico Egitto. Inizia a sfogliarlo e resta rapita dai vari miti che incontra, soprattutto dalla storia di Osiride e di Iside…
Il giorno dopo la professoressa d’italiano assegna un tema dal titolo “Narra un’avventura immaginando d’essere un personaggio storico di un’altra epoca” Marta non ha dubbi, diventerà Iside “la divinità dolce, innamorata e devota al marito al punto che lo fece rinascere col suo amore”.
Mentre sta scrivendo il tema, la sorella Laura assiste alla simulazione della mummificazione di Osiride, e Marta all’improvviso sente un forte profumo d’incenso e si addormenta…
Da quel momento, ogni volta che la ragazza sogna, diventa Iside a tutti gli effetti: parla la lingua egizia, ha le fattezze della dea ed il suo aspetto, incontra gli altri dei egiziani, e con il passare del tempo la situazione si complicherà...
chi è lei veramente? Marta o Iside?

Recensione

Mi ha sempre affascinato la storia dell’Antico Egitto e conoscevo la leggenda di Osiride e Iside, grazie ai romanzi dedicati ai grandi faraoni, dove ogni sovrano morto diventava Osiride e l’erede legittimo (il nuovo faraone simbolicamente concepito da Iside) diventava Horus.
Ma non avevo mai letto un libro con gli dei egiziani come protagonisti…
Il romanzo mi è piaciuto, è dedicato ai ragazzi ma possono leggerlo anche gli adulti.
Marta è una ragazza che non sa cosa fare nella vita, e ricordo che alla sua età mi sentivo come lei; la scelta della scuola superiore è una tappa fondamentale per la formazione di una persona, perché è la base della vita adulta.
Mi sono piaciuti i personaggi (a parte la protagonista, ho adorato i battibecchi tra la dea gatto Bastet e il dio Bes) e la trama.
Bella la descrizione del rapporto genitori/figli, quello tra Marta e la madre (che non le crede perché è troppo razionale) e soprattutto quello tra Iside e Horus (che non è un bambino come gli altri ma ha la testa di un falco);
quello che pensa Iside /Marta è un bell’insegnamento contro la diversità:

“Egli aveva braccia, gambe, tutto il corpo era umano, fuorché la testa: il capo era di un falco e come questi aveva il becco e gli occhi piccoli e neri; potevano sembrare insignificanti, ma quegli occhietti ad Iside dicevano tanto.
Era un dio, ma soprattutto un bimbo, il suo.
Le bastò un’occhiata per sentire che lo amava.
Ecco perché l’amore non si può spiegare; nel momento stesso in cui una madre abbraccia per la prima volta il proprio figlio, sente di amarlo, qualunque sia il suo aspetto fisico.
Anche se era diverso da come Marta si sarebbe aspettata, come tutti gli esseri viventi aveva un cuore.
Sentiva che quella creatura avrebbe conquistato anche la ragazzina dei tempi moderni”

Dedicato a chi non vuole smettere di sognare…

Autrice: Valentina Bellettini
Titolo: Profumo d’incenso
ISBN-10: 8861551270
ISBN-13: 9788861551275
Editore: Giraldi


lunedì 12 luglio 2010

“Il Libro Eterno” intervista: Barbara Risoli

Barbara Risoli è un autrice di fantasy e romanzi storici.
Nel 2008 ha pubblicato “La stirpe” (Runde Taarn Edizioni) e “Il veleno del cuore” un romanzo storico sentimentale (0111 Edizioni), e nel 2010 il suo seguito “La giustizia del sangue” (0111 Edizioni).
Sempre nel 2008 ha pubblicato “L’errore di Cronos” (seconda edizione con la Runde Taarn Edizioni) primo romanzo di una trilogia fantasy mitologica ambientata nella Grecia antica ( potete trovare la mia recensione qui) e nel 2009 il suo seguito “La grazia del fato” ( 0111 Edizioni).

Barbara è stata così gentile da rispondere alle domande di questa intervista.


Ciao Barbara e benvenuta nel blog “Il libro eterno”, ti va di presentarti ai lettori?

Ecco. La domanda che più mi mette in crisi è sempre la prima. Mi si chiede di presentarmi, ma in che senso? Srotolare tutte le mie pubblicazioni mi sembra tedioso, anche perché oggi basta inserirmi in un motore di ricerca e zac! ‘Ecchila lì a Risoli’. E la Risoli ha 41 anni, è nata sotto il segno dei Gemelli e ama scrivere per divertirsi perché farlo deve prima di tutto divertirla, se mi ci annoio… mollo tutto e passo a un videogioco. Ecco, molto stringatamente questa sono io.


Vuoi parlarci della tua trilogia fantasy mitologica?

Per ora la prevista trilogia di quella che io definisco LA SAGA DEL TEMPO e ancora una duologia con il primo libro L’ERRORE DI CRONOS e il secondo LA GRAZIA DEL FATO. Inquadrata come fantasy, in realtà questa saga è mitologica fantastica con una buona componente romance che verte principalmente su una traslazione nel tempo. Una sedicenne un po’ fuori dalle righe nel suo tempo, capita nel tempo degli eroi e degli dei, quello della guerra di Troia, per intenderci, incontra Omero, Autolico, gli dei stessi e vari personaggi che andranno a creare un gruppo destinato ad avventure guidate da un Fato capriccioso e dittatore. Nel primo ‘episodio’ si fa la conoscenza della protagonista e del protagonista, re crudele e frenato da una profezia che sa farsi amare e odiare con eguale intensità. Nel secondo ‘episodio’ vi è la componente inevitabile della differenza di mentalità, di usanze e di abitudini. La figlia del futuro qui non riesce ad integrarsi pienamente nel tempo che lei stessa ha scelto e commette degli errori imperdonabili, risvegliando la parte peggiore del re, quella che nel primo era stata solo descritta, mai manifestata. Può bastare? O vogliamo anche dire come finisce? Ih!
Sto la lavorando sul terzo ‘episodio’ che vedrà l’entrata in scena di altri dei e un altro insolito viaggio nel tempo, con un ospite imprevisto (il regno di Astos evidentemente è allergico agli ospiti, non sono mai normali i visitatori di Dunamis). Altro non dico… anche perché il finale non lo so neppure io.


Gli dei giocano un ruolo fondamentale nella storia. Com’è nata la tua passione per la mitologia greca?

La mia passione per quella parte di Storia è sempre stata intrinseca, il mio interesse per gli eroi antichi anche. Poi, ammetto senza vergogna di avere frequentato un anno di liceo classico fallendo l’impresa (infatti sono ragioniera). Di quell’anno molto difficile e fallimentare però mi è rimasta l’ulteriore passione per la mitologia greca, nonché gli strumenti per conoscerla meglio e approfondirla.


Ci vuoi parlare degli altri romanzi che hai pubblicato?

Ogni pubblicazione è stata per me una gioia e una soddisfazione enorme. Non tanto per la pubblicazione vera e propria, bensì per il riscontro prevalentemente positivo che ho avuto da parte dei lettori, la maggior parte dei quali per me sconosciuti. E siccome io sostengo che il lettore è sovrano ed è colui che determina il successo di un libro… io ritengo di avere successo, ogni volta che qualcuno dice qualcosa di me e di ciò che scrivo. Questa stessa intervista è un successo per me.
Come noto, al di là della saga mitologica fantastica di cui ho parlato, ho scritto LA STIRPE (romanzo breve di fantascienza) e IL VELENO DEL CUORE/LA GIUSTIZIA DEL SANGUE, romance storici ad ambientazione nella Rivoluzione Francese.


Con “il veleno del cuore” e il suo seguito “la giustizia del sangue”, hai cambiato genere e sei passata dal fantasy al romanzo storico sentimentale.
Come mai hai deciso di ambientare la storia durante la rivoluzione francese? hai effettuato delle ricerche per la ricostruzione storica della trama?

In realtà non ho cambiato generi, li ho scritti in contemporanea. Non ho difficoltà a passare da un genere all’altro, sempre che lo stesso mi piaccia, ovviamente. Come noto e detto, scrivo fantascienza, fantasy e storico sentimentale.
L’ambientazione della Rivoluzione Francese è una scelta dettata da un’altra mia preferenza storica, se vogliamo. Sempre ‘vittima’ della scuola, questo periodo m’è sempre piaciuto, ma non in senso stretto (come ho già avuto modo di dire amare una rivoluzione è da pazzi), piuttosto per le idee che mi son fatta in merito ad ogni rivoluzione, per carattere io guardo sempre il lato oscuro, l’altra faccia della medaglia e anche in questo caso affermo senza timore che non è tutto oro ciò che luccica, tanto meno la fraternità, la libertà e l’uguaglianza. Le ricerche che ho effettuato sono state di perfezionamento, la base storica ce l’avevo di mio, ho ovviamente verificato le date, i tempi, i nomi reali da selezionare.


C'è un personaggio dei tuoi romanzi a cui ti sei particolarmente affezionata?

Si. C’è eccome. Io quel personaggio lì lo amo proprio, un amore viscerale che risale ai miei sedici anni e non l’ho mai più lasciato. Amo Dunamis di Astos, il re figlio del lupo protagonista della SAGA DEL TEMPO. Lui è, per i miei gusti, praticamente perfetto, l’uomo dei miei sogni su tutti i fronti, dall’aspetto fisico al carattere, dalle sconfitte alle rinascite. Tuttora, se mi si dice quel nome mi sciolgo come neve al sole, è successo proprio a Torino, durante la presentazione de LA GRAZIA DEL FATO. Cos’ha di eccezionale? E’ perfetto, tutto qui. E’ bellissimo, fortissimo, tormentatissimo, furbissimo, appassionatissimo, issimo insomma.
Poi, se vogliamo dirla tutta, non è che Dunamis piaccia solo a me… da quello che è stato detto dai lettori, o meglio, dalle lettrici.


Cosa ne pensi del panorama editoriale italiano?

Ahi! La domandaccia che io sono solita fare quando intervisto alla fine mi torna indietro come un boomerang. Il karma, OK.
Penso brutte cose. Una delle mie caratteristiche è quella di non nascondermi mai dietro un dito e dire ciò che penso nel rispetto però degli altri, dei nomi e della sensibilità altrui. Il panorama italiano è un deserto che non rende onore, che non dà l’idea di ciò che siamo, non passiamo per poeti, ma per illetterati che credono di poter spacciare per proprie idee altrui. Una cosa che non amo riscontrare negli esordienti, per esempio, è l’emulazione. Non credo che emulare sia saggio e tanto meno degno di uno scrittore. Bisogna creare, inventare, azzardare. Proporre il proposto cambiando il titolo, il nome o il colore del vestito è come quando ci si lamenta delle case editrici grosse che puntano solo sul collaudato e quindi degli esordienti non gliene frega niente. Sono due azioni identiche. Per quanto mi riguarda, io tento il nuovo, se poi non ci riesco, ne prendo atto e ciccia. Sinora non sono mai stata tacciata di emulazione o plagio, il massimo che mi è accaduto è stato quello di somigliare a qualche autore classicone, lusingandomi da una parte e dandomi una scossetta interiore dall’altra. Ma va bene così.
Se poi mi si chiede cosa penso delle case editrici sparse per il mondo, beh… lì avrei da scrivere un romanzo, ma mi limito a denunciare i millantatori che sono molti, quelli che ti osannano per strapparti il quattrino, pubblicarti e poi… ‘è l’autore che deve darsi da fare’, oppure ‘il tuo genere non è commerciabile’ (però prima era intriso di messaggi e adatto anche al pubblico della scuola materna! Che non sa leggere). Ciò che mi fa ridere di molte case editrici o presunte tali è la totale mancanza del senso degli affari. Non hanno interesse a vendere, non investono in pubblicità, si scocciano proprio se chiedi un pelo di visibilità. Non capisco… o meglio, capisco eccome e la cosa continua a farmi sorridere amaramente. Ci sono invece case editrici che si danno da fare pur essendo piccine, che crescono con i loro autori, che non denigrano il proprio prodotto. Non faccio nomi. Ho parlato abbastanza.


Quali sono i tuoi progetti per il futuro?

Scrivere. Che altro? Finire la trilogia della SAGA DEL TEMPO, in primis. Poi sembra che le avventure di Eufrasia e Venanzio piacciano, sto pensando ad un altro ‘episodio’ per i due tagliagola innamorati. Sto elaborando un romanzo escatologico e un altro storico sentimentale con ambientazione transilvana (No! Niente vampiri, lo dico prima).

Come detto, ogni attimo a me dedicato è un successo, anche questa intervista per la quale ringrazio.

Barbara Risoli

Grazie a te Barbara! e per chi volesse approfondire, questo è il blog dell'autrice http://risolibarbara.splinder.com/ e questo è il booktrailer del romanzo "il veleno del cuore"

domenica 11 luglio 2010

Il cimitero dei senza nome – Patricia Cornwell

Introduzione

Sesta avventura della patologa italo-americana Kay Scarpetta, questa volta deve inseguire il killer della “fabbrica dei corpi” Temple Gault, il sociopatico che uccide atrocemente le sue vittime e le mette in bella mostra come un’opera d’arte.

Trama

E’ la sera della vigilia di natale.
Kay Scarpetta, capo medico legale della Virginia e consulente fissa di patologia legale dell'FBI, è in procinto di partire per Miami, per raggiungere la sua famiglia, la madre è ricoverata in gravi condizioni di salute e Lucy non si è ancora ripresa del tutto dalla brutta avventura con Carrie Grethen.
Mentre sta esaminando un cadavere, viene avvertita che hanno ritrovato il corpo di una sconosciuta in Central Park. La donna è stata uccisa da Temple Gault, il serial killer a cui Kay ha dato la caccia qualche anno prima, il modus operandi è lo stesso delle altre vittime, e Kay, Marino e Benton vanno a New York per indagare.

Erano anni ormai che davamo la caccia a quell'uomo, ed era impossibile fare un elenco completo di tutto il male che aveva causato. Non sapevamo quante persone avesse aggredito e ucciso, ma sicuramente erano almeno cinque, tra cui una donna incinta che in passato aveva lavorato per me e un ragazzino di tredici anni di nome Eddie Heath. Non sapevamo quante vite avesse avvelenato con i suoi delitti, ma senz'altro la mia era una di quelle.”

E’ l’inizio di un incubo e le vittime sono destinate ad aumentare, finché Kay non si rende conto che il vero obiettivo di Temple Gault è solo lei…

Recensione

Mi piacciono i romanzi di Patricia Cornwell perché Kay Scarpetta è un bel personaggio. E’ una donna intelligente e coraggiosa che combatte il male in compagnia dei suoi amici fidati e dell’adorata nipote.
E’ un romanzo ricco di suspance e di colpi di scena.
I personaggi sono ben delineati, anche se li conosciamo attraverso gli occhi della protagonista.
Le descrizioni delle autopsie e dei software utilizzati sono stati una novità per gli anni novanta, leggerlo adesso non ha lo stesso effetto, ma è un romanzo piacevole.

Autrice: Patricia Cornwell
Titolo: Il cimitero dei senza nome
Editore: Mondadori
ISBN: 9788804456780

venerdì 9 luglio 2010

“Il Libro Eterno” intervista: Irene Pecikar

Irene Pecikar è nata a Trieste nel 1972.
Vive con i tre figli e il marito e le sue passioni sono la lettura, la scrittura e i bambini.
Nel 2010 ha pubblicato con la casa editrice Ibiskos il suo romanzo d’esordio "L'antico profumo di gelsomino" (potete trovare la mia recensione qui).

Irene è stata così gentile da rispondere alle domande di questa intervista.


Ciao Irene e benvenuta nel blog “il libro eterno”, ti va di presentarti ai lettori?

Ciao Ivana, grazie per avermi invitata.
Sono sempre stata appassionata di libri. Già da bambina amavo le favole, tanto che ancor prima di saper leggere le imparavo a memoria e riuscivo a incantare gli adulti, ma soprattutto gli altri bambini. Mi è sempre piaciuto tutto ciò che è creatività. Ho frequentato una scuola di danza classica per molti anni e ho iniziato a scrivere le mie prime poesie verso gli undici anni.
Ai tempi del liceo ho scritto racconti brevi e favole, che riservavo a pochi intimi però. Poi dopo la maturità questa mia passione la ho accantonata per dedicarmi alla mia famiglia. Negli anni ho avuto tre figli e tra l’impegno di mamma ed il lavoro non ho più trovato il tempo di scrivere. Ma un paio di anni fa quasi per caso ho trovato il modo di ricominciare.


Vuoi parlarci del tuo romanzo “l’antico profumo di gelsomino”?

Protagonista del romanzo a tinte giallo-rosa è Sofia. Una giovane archeologa che vive a Duino, un piccolo paesino vicino a Trieste che ha ispirato tanti scrittori tra cui Rilke. Sofia ha nel cuore Riccardo suo ex fidanzato e amico. Poi c’è Carol, la sua migliore amica, che lei aiuterà.
I tre personaggi partono per l’isola d’Elba e lì tutto si tinge di giallo. Altro personaggio importante è Simon. Di lui però preferisco non far trapelare molto.


Come mai hai deciso di inserire nella storia un mito come Atlantide?

Perché tutto ciò che è mistero mi attira. Il mito di Atlantide mi incuriosiva. Ho fatto delle ricerche e ci ho costruito una piccola storia.


Che metodo di lavoro hai seguito per scrivere il romanzo?

Io alterno la creatività senza freni alla creazione di parti più meditate. Mi spiego meglio. Quando mi sento ispirata scrivo di getto tutto ciò che mi viene in mente e poi ricostruisco in modo più meditato. Ho creato il personaggio di Sofia con alcune caratteristiche, ho creato la struttura della sua famiglia e dei suoi rapporti interpersonali. Ma spesso mi sono immedesimata in lei inquinando così il personaggio con qualcosa di mio.


Quali sono i tuoi autori preferiti?

Ho molti autori che apprezzo. Nella letteratura straniera la Kinsella e la Meyer sono le mie preferite. Ma anche la Yashimoto mi piace molto. Tra gli autori italiani emergenti mi piace molto Federica Bosco.


Hai pubblicato il tuo romanzo con la Ibiskos, come ti sei trovata con questa casa editrice?

Con la mia casa editrice mi sono trovata bene. Con la dott.ssa Risolo che è la titolare e ha curato il mio romanzo proprio bene. L’Ibiskos ha molti anni di esperienza con gli esordienti. La cosa che maggiormente mi ha portata a firmare il contratto editoriale con loro è l’ampia autonomia che ti viene lasciata. Certo all’inizio non è facile muoversi in un mondo che non si conosce, ma mi piaceva la sfida. Sai che se vuoi emergere devi darti da fare con il supporto però e l’esperienza della casa editrice.


Quali sono i tuoi progetti per il futuro?

Ho da poco iniziato a scrivere un nuovo romanzo che parlerà di donne, di amicizia, di amore…
Vorrei poi scrivere il seguito de “L’antico profumo di gelsomino”.
Nel frattempo sto scrivendo dei racconti brevi e delle poesie e sto partecipando a dei concorsi.

Grazie Irene!
Per chi volesse approfondire, questo è il sito ufficiale http://www.irenepecikar.it/ e questo è il suo blog http://tuttosuilibri.blogspot.com/

Autrice: Irene Pecikar
Titolo: L'antico profumo di gelsomino
ISBN-10: 8854606855
ISBN-13: 9788854606852
Editore: Ibiskos Editrice Risolo

giovedì 8 luglio 2010

Zalim e il vecchio - Tommaso Gabbriellini

Trama

Zalim è un giovane zingaro che vive con la sua famiglia in una roulotte. Si è innamorato di Maria, una ragazzina incontrata per caso durante una lite, e una mattina decide d’incontrarla all’uscita di scuola per dichiararle il suo amore.
Corre come un matto perché è in ritardo, e temendo di non farcela inizia a pedalare sul marciapiede…

“Correva Zalim, correva tra i passanti che gli imprecavano alle spalle, saltava dal marciapiede alla strada e dalla strada al marciapiede, accompagnato dal brusio di motori accesi di macchine immobili, dal rumore del vento e dal cigolio della graziella. Correva proprio forte lo zingaro.”

Ad un certo punto si scontra con un vecchio e si rompe la bici.
Mentre l’uomo resta a terra dolorante, Zalim gli ruba la valigetta come rimborso della "graziella".
Sembra un furto come tanti ma gli cambierà la vita…
 
Recensione

Zalim è un ragazzo arrogante e sfrontato. E' innamorato di Maria ma non riesce ad esprimere i suoi sentimenti perché non trova le parole adatte.
Il vecchio insegnante ha dimenticato l’indirizzo del suo grande amore (a causa dei suoi vuoti di memoria) e non riesce a ritrovarla.
Due mondi distanti fra loro, ma uniti dalla perdita delle parole…
Il racconto mi è piaciuto, si legge tutto d’un fiato e nonostante il breve testo ho apprezzato la descrizione delle sensazioni e dei pensieri dei protagonisti, soprattutto Zalim.
Consigliato.

Autore: Tommaso Gabbriellini
Titolo: Zalim e il vecchio
Editore: lulu.com

martedì 6 luglio 2010

Goethe e la felicità nascosta - Gian Paolo Marcolongo

Introduzione dell’autore

Uno degli aspetti meno conosciuti al grande pubblico su Wolfgang Goethe sono le lettere tra Angelica Kauffmann e il poeta e il rapporto d’amicizia tra i due, durato oltre tre anni.
Uno studio di Ursula Naumann, uscito in Germania e un bell’articolo di Paola Sorge su R2 Cultura del 7 Novembre 2007 ci descrivono le relazioni tra questi due personaggi, che si sono conosciuti a Roma durante il famoso “Viaggio in Italia” di Goethe.
Da questo spunto è nata l’idea di scrivere un racconto imperniato su questa relazione inventando dialoghi e situazioni pur cercando di inquadrare i personaggi in un ambiente storicamente reale con qualche adattamento per esigenze narrative.

Trama

Roma 1786
Angelica Kauffmann è la pittrice svizzera più famosa del settecento. Vive a Roma con il secondo marito molto più vecchio di lei e lavora in uno studio vicino casa.
A novembre si presenta nel suo studio un “giovane dal portamento elegante con il mantello bianco e il cappello dalla larga tesa in mano.”, è lo scrittore Johann Wolfgang Goethe, in viaggio in Italia sotto falso nome.
Tra i due scocca subito la scintilla, Angelica è una donna molto affascinante e colta, e Goethe riesce ad esprimere con lei tutta la sua verve creativa, le confida le sue impressioni e le legge i brani delle sue opere tra cui l' Ifigenia…
Ma niente dura per sempre…

Recensione

Bel racconto da leggere tutto d’un fiato.
Goethe è un anima inquieta che non riesce a vivere nello stesso posto per molto tempo (in effetti viaggia in Italia per allontanarsi dalla corte di Weimar e dall’amante Charlotte von Stein), Angelica è una pittrice affermata ma insoddisfatta come donna, perché ha sposato per interesse un uomo molto più vecchio di lei.
Nonostante la brevità del testo i personaggi sono descritti molto bene e la trama è molto interessante (e probabile).
Bello

Tra l’altro adoro Goethe…


Autore: Gian Paolo Marcolongo
Titolo: Goethe e la felicità nascosta
Editore: lulu.com

domenica 4 luglio 2010

Thérèse Raquin - Émile Zola


Il naturalismo è una corrente letteraria nata in Francia nella seconda metà del 1800 come erede del positivismo.
Nel naturalismo il romanzo diventa uno strumento scientifico e rappresenta la realtà in tutte le sue forme, anche le più crude, facendo particolare attenzione agli aspetti sociali ed economici delle classi più umili.
Possiamo considerare come capofila di questo genere letterario lo scrittore francese Émile Zola.
Nel suo “romanzo sperimentale”, sostiene che il metodo sperimentale delle scienze deve essere applicata anche alla sfera spirituale e intellettuale dell’uomo, pertanto uno scrittore non deve scrivere stando seduto al tavolo di lavoro, ma deve uscire in mezzo alla gente, per sperimentare la realtà e riprodurla oggettivamente, senza l’intervento soggettivo dell'autore.

Nel 1867 pubblica “Thérèse Raquin”, che viene stroncato dalla critica ma che ottiene un notevole successo di pubblico.

Trama

Thérèse è una ragazza timida e schiva che non conosce i suoi genitori, è nata ad Orano dalla relazione del padre, il Capitano Degans con un’indigena; a due anni è stata affidata alle cure di sua zia, la signora Raquin e suo figlio Camille, un bambino malato e molto fragile.
La signora Raquin costringe i due cugini a sposarsi e poco dopo si trasferiscono in un appartamento umido e buio nel passaggio di Point-Neuf a Parigi, Camille trova lavoro nell’amministrazione ferroviaria, Thérèse e la signora Raquin aprono un negozio di merceria sotto casa.
Un giorno Camille incontra Laurent, un vecchio compagno di scuola (un ragazzo poco affidabile che ama vivere nell’ozio) che dopo essersi guadagnato la fiducia di Camille e l’amore materno della sig.ra Raquin diventa l’amante di Thérèse.
I loro incontri avvengono di pomeriggio, nella stanza di Thérèse, ma Laurent deve chiedere dei permessi per uscire dal posto di lavoro, e una sera il suo direttore minaccia il licenziamento se continua con queste assenze, e Laurent è costretto a rinunciare a Thérèse.
Questo pensiero lo rende folle, e inizia a progettare l’omicidio di Camille.
Così un giorno, andando tutti e tre in barca lungo la Senna, lo butta nell'acqua consapevole che non sa nuotare, e infatti annega.
Sono riusciti nel loro intento ma niente sarà più lo stesso…

Recensione

Thérèse Raquin è un dramma psicologico a tinte forti.
La storia è molto semplice, Thérèse e Laurent sono amanti ma lei è sposata con Camille, il miglior amico di Laurent, e non possono vivere insieme. Disperati decidono di uccidere Camille.
Sembra un triangolo amoroso come tanti, ma non è così.
Zola è riuscito a descrivere le sensazioni dei protagonisti con una precisione degna di un chirurgo, come lui stesso scrive nella prefazione della seconda edizione del romanzo:

“Ho avuto un solo desiderio: presi un uomo energico e una donna insoddisfatta, cercare in loro l’animale, non vedere nient’altro che l’animale, gettarli in un dramma violento e annotare scrupolosamente sensazione e atti di queste creature. Mi sono limitato a fare su due corpi viventi il lavoro analitico che i chirurghi fanno su due cadaveri”

Quello che mi ha davvero colpito di questo romanzo è l’egoismo dei protagonisti.
La vecchia sig.ra Raquin cresce Thérèse come una ragazza malata (invece è sanissima) e la costringe a sposare Camille, senza pensare ad altro che al suo avvenire e non a quello di Thérèse.
Per questo Thérèse all’inizio del romanzo, è schiva e timida, vegeta e non vive davvero, per lei le giornate sono tutte uguali, non cambiano mai finché non arriva Laurent, un uomo sano e forte (al contrario del marito che è debole e fragile) e Thérèse si trasforma da ragazza mite e schiva in adultera e selvaggia.
Laurent è un usurpatore senza scrupoli, non ha ucciso Camille solo per amore o passione, ma per prendere il suo posto e vivere alle spalle della sig.ra Raquin e di Thérèse come un nullafacente.
Camille è il protagonista assente, all’inizio del romanzo è quasi inesistente, dopo la sua morte diventa il terzo incomodo, l’ossessione che sconvolge le menti di Thérèse e di Laurent con il suo ricordo onnipresente.
Il romanzo mi è piaciuto, avevo letto altre due opere di Zola che mi avevano piacevolmente colpito, “il ventre di Parigi” e “Nana”, devo ammettere che mi piace il suo modo diretto di descrivere il dramma interiore dei protagonisti, che non si manifesta solo con le loro angosce e le loro paure, ma anche sulla pelle, come la ferita che non cicatrizza sul collo di Laurent, inflittagli da Camille prima di morire... come un marchio di Caino inciso sulla pelle...
Consigliato agli amanti dei romanzi psicologi e dei noir.


Autore: Émile Zola
Titolo: Thérèse Raquin
ISBN-13: 9788854120785
Editore: Newton & Compton

giovedì 1 luglio 2010

“Il Libro Eterno” intervista: Luca Filippi

Luca Filippi è nato a Roma nel 1976.
Dopo gli studi classici ha conseguito la laurea in Medicina e Chirurgia.
Collabora con il webpress Milanonera.com e con il portale l(')abile traccia. Scrive recensioni e interviste sul suo blog
Ha pubblicato alcuni racconti in antologie (Giulio Perrone editore, Albus edizioni) e per Leone Editore ha pubblicato il cortoromanzo "I diavoli della Zisa" (potete trovare la mia recensione qui) e il romanzo storico "L'arcano della Papessa - Intrigo alla corte dei Borgia.

Luca è stato così gentile da rispondere alle domande di questa intervista.

Ciao Luca e benvenuto nel blog “il libro eterno”, ti va di presentarti ai lettori?

Innanzi tutto, grazie dell’occasione di poter entrare in contatto con gli amici del blog “il libro eterno”. Ho 34 anni, sono un medico. La passione per la lettura è una costante della mia vita. Ho cominciato presto e ho sempre trovato il tempo di leggere, è un’esigenza imprescindibile. Leggere significa evadere dal quotidiano, coltivare i sogni e arricchire l’anima. Spero di trasmettere questa grande passione ai miei figli. La scrittura è venuta dopo. Ho scritto molto durante l’adolescenza, spesso si trattava di storie “strappalacrime” o molto cruente. Componevo di getto e propinavo le mie “creature” ad amici e parenti. Poi, verso la fine del liceo, è subentrato un lungo periodo di inattività letteraria. Assorbito completamente dagli studi, dalla professione, non ho scritto più niente per molti anni. Un paio d’anni fa, è riemersa la passione per la scrittura e si è concretizzata in qualche racconto e nei romanzi pubblicati dalla Leone editore.


Vuoi parlarci del tuo romanzo “L’Arcano della Papessa”?

E’ un giallo storico, ambientato nella Roma del Cinquecento. Il protagonista è un medico, Tiberio di Castro, piovuto dalla campagna viterbese nella Città santa, allora come oggi brulicante di vita, di eccessi e contraddizioni. Il medico riceve un insolito incarico: deve indagare sull’omicidio di un prete, don Lucio, segretario particolare del giovane Alessandro Farnese, da poco nominato cardinale da Alessandro VI. Tiberio intraprende la sua investigazione, entrando in contatto con la torbida realtà della corte pontificia, e con gli intrighi delle donne del papa. Per smascherare l’assassino, Tiberio dovrà fare i conti con una setta neopagana, sopravvissuta nei secoli, e capeggiata dalla misteriosa figura della Papessa.


Come mai hai deciso di ambientare il tuo romanzo alla corte dei Borgia?

I Borgia mi hanno sempre affascinato. Sono partiti da lontano, dalla piccola nobiltà del Regno di Valenza, e hanno dato al soglio di Pietro ben due pontefici: Callisto III e Alessandro VI. Quest’ultimo era un uomo colto, di robusti e terreni appetiti. Ebbe numerose amanti, tra cui la splendida Giulia Farnese, e una specie di consorte morganatica, Vannozza Cattanei, che gli diede quattro figli. Lucrezia Borgia, dipinta dalla propaganda antipapale come donna incestuosa e avvelenatrice, fu probabilmente una vittima delle ambizioni del padre e del fratello Cesare. Più intelligente che bella, fu una delle donne più importanti del secolo Decimo Quinto. Educata in un ambiente libertino e privo di pregiudizi, divenne un’integerrima madre di famiglia e un’irreprensibile consorte quando, in terze nozze, andò in sposa all’erede del Ducato di Ferrara.


Quanto tempo hai dedicato al lavoro di “ricostruzione storica” all’interno della trama? Hai effettuato delle ricerche?

Il lavoro di ricostruzione storica è durato quasi un anno. In parte ha preceduto la stesura del romanzo. Mentre scrivevo, tuttavia, ho dovuto svolgere ulteriori ricerche per entrare meglio nello spirito del tempo e per non cadere in grossolani anacronismi. Ho visitato i luoghi della storia: la seconda parte del romanzo è infatti ambientata a Bassanello (oggi Vasanello), feudo degli Orsini. Nella piazza del paese campeggia tutt’ora il castello Orsini, dove dimorarono Adriana de Mila Orsini, cugina di Alessandro VI, e Giulia Farnese.


Quanto tempo dedichi di solito alla scrittura? Hai dei rituali che segui o delle manie quando scrivi?

Non esiste un tempo definito. Diciamo che, se ho qualche buona idea in testa, stendo una scaletta e fisso i punti fondamentali del racconto. Se la scaletta mi convince, comincio a scrivere, con una certa costanza. Anche solo mezz’ora al giorno, anche due righe, ma cerco di mantenere il ritmo. Una volta che la prima stesura è compiuta, la lascio decantare qualche settimana. Poi la riprendo e comincio il “labor limae”. Se non ho nessuna buona idea, mi dedico alla lettura oppure rivedo i testi che ho già scritto.


Quali sono i tuoi scrittori di riferimento?

Le mie letture sono spesso disordinate e dettate dal gusto del momento. Sicuramente, tra gli autori italiani, il mio riferimento è Giulio Leoni, autore di splendidi romanzi storici. Leoni sa creare storie bellissime e ha una prosa intensamente evocativa. Tra i suoi romanzi, il mio preferito resta “E trentuno con la morte” ambientato a Fiume, durante l’impresa dei legionari.
Bravissima anche Danila Comastri Montanari, di cui ammiro la capacità di creare intrecci gialli dal meccanismo perfetto.
Tra gli autori stranieri, non posso non citare il francese Jean-Christophe Grangè, autore del celebre romanzo “I Fiumi di Porpora”, di cui si può apprezzare anche un’ottima trasposizione cinematografica. Il suo stile e la sua abilità nel creare e caratterizzare i personaggi, specie quelli femminili, sono veramente incomparabili.


Hai pubblicato il tuo romanzo con la Leone Editore, come ti sei trovato con questa casa editrice?

L’incontro con la Leone è stato un colpo di fortuna. Ho mandato in lettura il manoscritto quando la casa editrice era ancora agli inizi e non aveva ancora una collana. Nel giro di qualche mese, sono stato contattato dall’editore, Antonio Leone, e mi è stato proposto un contratto di edizione. Da allora, la casa editrice ha fatto passi da gigante in termini di promozione e di distribuzione, ma anche nella selezione e nella cura dei testi che propone.


Quali sono i tuoi progetti per il futuro?

Con il team della Leone stiamo lavorando al “sequel” de “L’arcano della Papessa”. Sempre ambientato a Roma nel Cinquecento, il romanzo vedrà Tiberio di Castro alle prese con un assassino che colpisce nei quartieri ebraici della città. Tiberio, per risolvere il caso, si avvarrà della consulenza della nobile Caterina Sforza, una delle più grandi alchimiste del Rinascimento, all’epoca prigioniera dei Borgia nel palazzo del Belvedere. Sullo sfondo, la tormentata vicenda di amore/odio tra Caterina Sforza e Cesare Borgia.

Grazie Luca, questo è il booktrailer de "L'arcano della Papessa"



Autore: Luca Filippi
Titolo: L'arcano della Papessa - Intrigo alla corte dei Borgia
Collana: Orme
ISBN: 978-88-6393-015-3