giovedì 29 dicembre 2011

"Il Libro Eterno" intervista: Virginia Parisi

Virginia Parisi vive da oltre un trentennio tra le belle colline del Monferrato. Originaria di Piazza Armerina, trascorre le giornate dedicandosi a due grandi passioni: la fotografia e la scrittura.
Come fotografa si è specializzata in ritratti, reportage, eventi e spettacoli, ha realizzato servizi per diverse riviste a livello nazionale e foto di scena per compagnie teatrali e di danza. Collabora con la Domino Edizioni occupandosi del settore grafico.
Come scrittrice ha esordito nel 2003 con il romanzo storico "Animi Fortitud"o, cui hanno fatto seguito nel 2004 il romanzo storico "La Fiamma della Speranza" e nel 2007 il giallo storico "L'Ottava Pergamena".
Nel 2004 ha seguito il corso di Scrittura Creativa di Patrizia Finucci Gallo.
Nel 2011 ha pubblicato con la Spinnaker il romanzo fantasy "La leggenda di Ghelbes Tal".

Virginia è stata così gentile da rispondere alle domande di questa intervista.

Ciao Virginia e benvenuta nel blog “Il libro eterno”, ti va di presentarti ai lettori?
Ciao a tutti! Mi chiamo Virginia Parisi, sono nata nella meravigliosa Piazza Armerina e vivo da oltre un trentennio tra le belle colline piemontesi. Nella vita sono una fotografa e mamma felice di una bimba di pochi mesi.

Quando è nata la tua passione per la scrittura e cosa rappresenta per te?
Il mio ricordo di bimba è un tavolo in fondo alla classe, colmo di libri che la maestra ci lasciava prendere e leggere, quando era intenta a correggere i nostri compiti. Per me era una gioia. Un piacere quasi commovente. Non avevo libri in casa se non quelli scolastici. Altri tempi. Ma il privilegio di poter leggere storie e di incontrare personaggi e trascorrere con loro qualche momento di genuina evasione era per me un regalo migliore di una Barbie a Natale. Amavo la parola scritta con convinzione crescente, sentendola come qualcosa di vivo e vitale. Come istintivo momento di fuga è vero, ma anche come autentico insegnamento, come scelta libera, non condizionata né condizionabile. Come privilegio e inviolabile diritto. Reputandolo uno straordinario mezzo attraverso il quale il cuore e la mente valicavano distanze e luoghi sconosciuti, attingevano ad esempio, diversificavano realtà da mera immaginazione.
In età adolescenziale la lettura divenne quasi quotidiana. Amica insostituibile, compagna di giochi, gioia zelante, curiosità affascinante, divertente interludio delle nottate estive, passate al lume di un’abat jour tra amiche compiacenti che avevano la stessa inguaribile debolezza. Un bagaglio talora ingombrante, prodigo di esempi, sfaccettato e facondo, libero da qualsiasi tipo di etichetta, anticonformista e attualissimo come pochi svaghi moderni sanno essere. Amore per i libri. Per la parola scritta. Principio indispensabile che uno scrittore per definirsi tale, per iniziare un proprio percorso, per cimentarsi in una così ardua e ardita impresa non può non sostenere o prendere in considerazione.
Leggere e scrivere. Complementari consuetudini, vizi incurabili, necessità imprescindibili che regolano lo stesso universo. Scrittura e stile, tecnica e narrazione, editing e pubblicazione, editoria e distribuzione non hanno ragione d’essere senza il sostegno insostituibile e fondamentale del piacere di leggere.
“Forse non ci sono giorni della nostra adolescenza vissuti con altrettanta pienezza di quelli che abbiamo creduto di trascorrere senza averli vissuti, quelli passati in compagnia del libro prediletto”.
Marcel Proust, Del piacere di leggere.

Quali sono i tuoi autori preferiti?
Tra i classici adoro Hemingway, Emily Brontë, Jane Austen, Nathaniel Hawthorne, Charles Dickens, Lev Tolstoj, Louisa May Alcott… e poi tra gli autori moderni, Ken Follet, Janet Evanovich, Suzanne Collins, Kerstin Gier, Silvana De Mari, Paulina Simmons, Deborah Smith, Jennifer Donnely, Diana Gabaldon…

Qual è il libro che hai letto di recente che ti è piaciuto di più?
Ho letto Red della Kerstin Gier e l’ho trovato favoloso. Un ironia pulita che diverte, una storia intrigante e personaggi che non si dimenticano. E sono sempre in attesa che arrivi in Italia il terzo capitolo della saga della Collins. Un’autrice nuova, nel vero senso del termine. In grado di raccontare una storia cruda e talmente reale con i suoi personaggi e le sue atmosfere, da ipnotizzarti.

Ci vuoi parlare del tuo romanzo “La leggenda di Ghelbes Tal. Il destino di un re”?
Ho sempre una certa strana riluttanza nel dover parlare delle storie che scrivo. Posso dirti che Ghelbes Tal è nata sulla spiaggia di Mahdia, durante un soggiorno vacanze, all’incirca tre anni fa. E se ne è rimasta buona buona sul mio lap top in attesa che mi decidessi a volerla raccontare a qualcun altro. Il protagonista principale è Akron di Erden, principe del Nord. Un Generale tanto valoroso quanto spietato, invincibile in battaglia, incapace di provare pietà o misericordia. Allevato dai Grausam, ombre di dannati per metà lupi, dentro di lui albergano solo tenebra odio e tormento. L’arte dell’omicidio gli è stata instillata insieme al sangue e non conosce sentimenti diversi da quelli terribili che lo hanno generato. Alla testa dei suoi uomini invade il regno dell’Ovest, sterminato la famiglia reale e dà la caccia ad Airyn, la figlia del re e ultima superstite di Weibe Dunen. E questo perché una profezia promette all’erede nato dall’unione dei discendenti dei due regni, la sovranità su tutte le Terre Note e Ghelbes Tal, la Valle Ambrata, paradiso perduto e terra promessa.
Airyn è una protagonista femminile impavida, seppur molto giovane, capace di grandi slanci e sacrifici. Un personaggio positivo ma anche molto umano, fragile, rancoroso ed estremamente vulnerabile. Una donna che sa combattere come un uomo, grazie ad una portentosa spada, altruista e sincera, così intelligente da intuire ciò che si nasconde dietro il passato di Akron, così sensibile da riuscire a scorgere il cuore di un Grausam e così generosa da perdonargli le sue terribile colpe e renderlo libero di decidere da che parte stare e cosa essere.

Qual è stata la tua ispirazione per creare questo romanzo?
Posso dirti che sono i personaggi e le loro vicende a scegliermi. E non il contrario. E che è solo seguendo la loro voce entusiasta che le storie prendono forma sulla carta. Ed è così che ho immaginato davvero le mie Terre Note, il regno del Nord che non conosce la notte, con i suoi deserti, le rare oasi e la città di Erden, le guglie immacolate che svettano verso un cielo color indaco. La Thetis, il mitico veliero che salpa con il suo equipaggio alla ricerca della mitica Valle Ambrata, solcando un mare sinistro e periglioso. Le montagne Saimant, con le loro prigioni sotterranee. La terra maledetta di Keines, la foresta di Legno Nero con i suoi spettri. Il mondo incontaminato di Bringhe, la sua fortezza inespugnabile e i suoi favolosi arcieri.

C’è qualche personaggio a cui ti senti legata?
Sicuramente Akron, un uomo che è stato allevato nell’odio e non conosce nulla al di fuori della guerra e della violenza. Un uomo che non ha legami affettivi, che non sa che cosa sia la paura e ne scopre il significato solo quando la prova per qualcun altro. E’ un personaggio complesso ed è stato incredibile descrivere il suo percorso, la sua ricerca interiore, la battaglia che si muove dentro di lui, ciò che incarna, la sua vera essenza, il sacrificio che è disposto a compiere per trovare infine la pace.

C’è qualche aneddoto legato alla scrittura di “La leggenda di Ghelbes Tal” che vorresti raccontare?
Per descrivere le scene di combattimento con la spada, mi sono divertita a maneggiare uno spadone e a cimentarmi nell’impresa di duellare, grazie alla disponibilità di una compagnia di rievocazione medievale. Ne sono uscita illesa per miracolo. E chi duellava, con me. E per le scene in mare aperto sulla Thetis, ho studiato nel dettaglio tutte le parti che compongono un veliero e tutto ciò che concerne la navigazione. E’ stato davvero incredibile e molto molto istruttivo.

Quali sono i tuoi progetti per il futuro?
Sai, ho il seguito di un romanzo nel cassetto, ancora da finire, e sono otto anni che i miei personaggi aspettano di avere il loro agognato happy ending… forse chi lo sa, nel 2012…

Vuoi aggiungere qualcosa prima di salutarci?
Grazie a Monica Lombardi per aver creduto in un piccolo ambizioso progetto e al suo entusiasmo contagioso. E grazie alle persone che mi vogliono bene e che mi sostengono con la loro presenza e i loro “Scrivi?”. E grazie a chi decide di acquistare un libro pubblicato da una piccola casa editrice che si muove nella grande marea della micro editoria.

Grazie Virginia.
Per saperne di più potete visitare è il suo sito http://www.virginiaparisi.it/index.asp
e il sito dell'editore www.spinnakerlibri.it

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