in questo nuovo appuntamento di "Waiting for Christmas" ho deciso di presentarvi una poesia natalizia di uno scrittore russo che nel 1958 ha vinto il premio nobel per la Letteratura con il suo romanzo più famoso:
Il Dottor Zivago.
Sto parlando di Boris Pasternak e della sua poesia
La neve cade
La neve cade, la neve cade
Alle bianche stelline in tempesta
Si protendono i fiori di geranio
Dallo stipite della finestra:
la neve cade e ogni cosa è in subbuglio,
ogni cosa si lancia in un volo,
i giardini della nera scala,
la svolta del crocicchio.
La neve cade, la neve cade,
come se non cadessero i fiocchi,
ma in un mantello rattoppato
scendesse a terra la volta celeste.
Come se con l'aspetto di un bislacco
Dal pianerottolo in cima alle scale,
di soppiatto, giocando a rimpiattino,
scendesse il cielo dalla soffitta.
Perché la vita stringe. Non fai in tempo
A girarti dattorno, ed è Natale.
Solo un breve intervallo:
guardi, ed è l'Anno Nuovo.
Densa, densissima la neve cade.
E chi sa che il tempo non trascorra
Per le stesse orme, nello stesso ritmo,
con la stessa rapidità o pigrizia,
tenendo il passo con lei?
Chi sa che gli anni, l'uno dietro l'altro,
non si succedano come la neve,
o come le parole di un poema?
La neve cade, la neve cade,
la neve cade e ogni cosa è in subbuglio:
il pedone imbiancato,
le piante sorprese,
la svolta del crocicchio.
L'autore
Boris Pasternak (Mosca 1890-1960) ha scritto una ventina di libri di poesia fra il 1913 e il 1959. In Russia è considerato il più grande poeta della sua epoca, anche se in Occidente la sua fama è legata soprattutto al romanzo Il dottor Zivago, pubblicato nel 1957 da Feltrinelli in prima mondiale. Nel 1958 gli venne conferito il Premio Nobel, che non poté andare a ritirare per il divieto impostogli dalle autorità sovietiche. Di Pasternak sono uscite presso Einaudi le Lettere agli amici georgiani e le Poesie.
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