domenica 30 ottobre 2011

L'assassino ha lasciato la firma - Ed McBain

Recensione

“L’assassino ha lasciato la firma” è il primo titolo della saga letteraria dedicata agli uomini dell’87 distretto dell’italo-americano Ed McBain (1926-2005) pseudonimo di Evan Hunter (nato Salvatore Albert Lombino), che a partire dal 1956 racconta le vicende di un gruppo di poliziotti che grazie ad un lavoro di squadra riesce a catturare il criminale di turno.

All’inizio del romanzo ci troviamo in un’immaginaria metropoli chiamata “Isola” dove viene trovato il corpo del detective Mike Reardon, assassinato con tre colpi di pistola calibro 45 e il giorno dopo quello del suo partner, il detective David Foster, ucciso con lo stesso modus operandi.
Per l’opinione pubblica sì tratta di un pazzo che odia i poliziotti, ma per la squadra investigativa dell’87° distretto, il colpevole è da cercare tra i criminali arrestati da i due.
I detective Steve Carella e Hank Bush indagano tra bische e band giovanili, ma il caso è più complicato del previsto…

Ho scoperto questo autore grazie ad una discussione dedicata ai poliziotti nella letteratura, e mi ha incuriosita perché i suoi romanzi hanno ispirato la maggior parte dei telefilm polizieschi degli ultimi trent’anni (da “Hill Street giorno e notte” a “Law and Order”), infatti questa serie fa parte del genere police-procedural, una vera rivoluzione del giallo degli anni 50, dove McBain non utilizza la classica formula del “chi è stato?”, ma descrive in maniera dettagliata e realistica le indagini dei detective mettendo in risalto il lavoro di gruppo piuttosto che le doti di un singolo investigatore.

La trama è ricca di colpi di scena e anche l’ambientazione gioca un ruolo fondamentale nella storia, questa città oscura chiamata “Isola” che ricorda tanto New York con le sue strade e i suoi quartieri, rappresenta lo scenario ideale per questi crimini misteriosi.

Ma quello che mi ha colpito di più del romanzo è la caratterizzazione dei personaggi, l’autore ha la capacità di rendere i protagonisti vivi e reali, rivoluzionando la classica visione dei detective "duri" e solitari ma descrivendoli come uomini comuni, con i loro difetti e le loro debolezze.

“I poliziotti, qualunque idea uno possa farsene, sono esseri umani. Sudano esattamente come voi e me, e non lavorano volentieri al caldo. A qualcuno di loro non piace lavorare, nemmeno quando fa fresco, proprio come capita a voi e me. Ma, soprattutto quando fa caldo, nessuno poliziotto si sobbarca volentieri la noia di assistere a una sfilata con relativo confronto.”

Tra i vari protagonisti spicca il detective Steve Carella (italo-americano come l’autore), innamorato di una bella ragazza sordomuta Therese, è un personaggio che piace perché cerca di scoprire il colpevole con astuzia e determinazione, senza dimenticare il suo lato umano.

Se amate i romanzi polizieschi non potete non leggere Ed McBain.

L'autore

Ed McBain, pseudonimo principale di Evan Hunter, nato Salvatore Albert Lombino (New York, 15 ottobre 1926 – Weston, 6 luglio 2005),) è l’unico scrittore americano insignito del Diamond Dagger, il più alto riconoscimento conferito dalla British Crime Writers Association. Ha anche ricevuto l’ambito Grand Master Award dei Mystery Writers of America. I suoi romanzi hanno venduto oltre cento milioni di copie, dal primo Il seme della violenza, firmato con il suo vero nome, Evan Hunter, fino ai romanzi della serie più famose, quelle dell’avvocato Matthew Hope e dell’87° Distretto. Tra i suoi ultimi best seller: Gladly, l’orsachiotto strabico, Nocturne, Ultima speranza, Grande città violenta, L’ultimo ballo, Candyland, Money e Il rapporto scomparso.

Titolo: L'assassino ha lasciato la firma
Titolo originale: Cop Hater
Autore: Ed McBain
Traduttore: Andreina Negretti
Editore: Mondadori
Collana: I classici del giallo (serie oro)
Data di Pubblicazione: luglio 1973
senza ISBN
Pagine: 215

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