sabato 7 gennaio 2012

Hunger Games – Suzanne Collins

Recensione

“Così, invece di rispondere all'applauso, me ne resto lì immobile, mentre loro mettono in atto la più audace forma di disapprovazione di cui possono disporre. Il silenzio. Che dice che non siamo d'accordo. Che non perdoniamo. Che tutto questo è sbagliato.

Hunger Games è il primo titolo di una trilogia distopica ambientata in un futuro non precisato, dove il mondo che conosciamo non esiste più, è quello che una volta era il Nord-America, adesso è Panem, una società formata dalla capitale, Capitol City, ricca e moderna, e da dodici distretti, poveri e succubi della “città”.
I distretti una volta erano tredici, ma l’ultimo distretto si è ribellato al potere della capitale ed è stato distrutto, e come punizione per aver favorito la ribellione, ogni anno vengono scelti due giovani per ogni distretto, maschio e femmina dai 12 ai 18 anni per partecipare ad un reality show, gli Hunger Games (i giochi della fame), dove i concorrenti devono uccidersi fra loro e vince chi sopravvive al massacro. Uno spettacolo ingiusto e crudele, ma nessuno può ribellarsi e chi lo fa viene ucciso o mutilato.
La protagonista è Katniss, una ragazza di sedici anni, che vive nel distretto 12 (quello del carbone) con la mamma e la sorellina di dodici anni, Prim.
Il giorno della mietitura, dove vengono scelti i due concorrenti per ogni distretto, viene scelta Prim, e Katniss disperata, si offre volontaria per prenderne il posto.
Con lei viene scelto Peeta, un ragazzo gentile che da bambino le ha regalato un pezzo di pane (e non ha mai dimenticato questo gesto), ma negli Hunger Games gli affetti non contano, i concorrenti sono come dei gladiatori nell’arena, devono uccidere per sopravvivere.
Arrivati nella capitale i due ragazzi si preparano alla gara seguiti dall’ubriacone Haymitch e da Cinna, uno stilista che si affeziona alla ragazza e cerca di aiutarla con i suoi consigli.
Chi vincerà?

Hunger games non è il solito young-adult dedicato ai ragazzi, in effetti il target adolescenziale è riduttivo, perchè un romanzo come questo dovrebbero leggerlo tutti, per riflettere sul nostro quotidiano e su quello che ci circonda.
Ho letto sul web che l’autrice ha scritto il romanzo dopo una notte passata a fare zapping in TV, dove trasmettevano reality e scene di guerra, e devo ammettere che i meccanismi della gara mi hanno fatto riflettere perché assomigliano in maniera inquietante ai reality show dei giorni nostri, infatti ci sono le interviste ai ragazzi e ai familiari, le scommesse sul vincitore, ma quello che conta davvero è l’audience, i concorrenti sono ripresi dalle telecamere 24 su 24 e se il pubblico si annoia, i creatori del gioco creano dei “diversivi” per farli scontrare e attirare l’attenzione sullo show.
Ma non contano solo gli ascolti, un ruolo fondamentale è dato dall’immagine, infatti i ragazzi che sono abituati a lavorare e non conoscono il lusso, sono seguiti da stilisti che creano il look perfetto per loro e li trasformano in divi televisivi e se sono fortunati, attirano l’attenzione di uno o più “sponsor”, e possono ricevere doni durante la gara, come acqua o cibo.
Mi ha davvero sconvolto la freddezza degli spettatori che considerano il reality come uno show qualsiasi, senza pensare che di ventiquattro ragazzi apparsi in TV, soltanto uno ritornerà a casa e potrà riabbracciare la propria famiglia.

E’ un romanzo cupo e violento, ma emozionante (mi sono commossa in alcuni momenti, che non svelo).
Nella prima parte l’autrice ci racconta la storia della protagonista, della società in cui vive e di quello deve affrontare durante il reality, ma nella seconda parte, assistiamo ad una vera e propria guerra per la sopravvivenza, gli amici sono nemici e un pezzo di pane o un sorso d’acqua sono un lusso che può fare la differenza durante la lotta.
I personaggi sono ben delineati ma a parte Katnissi ho adorato lo stilista Cinna, il suo mentore, e la piccola Rue, una concorrente di dodici anni del distretto dell’agricoltura.
Il finale è inaspettato e lascia aperta una porta per il seguito.

Katniss mi piace, è una protagonista che non si lascia abbattere dalle difficoltà e cerca di andare avanti in ogni modo e con qualsiasi mezzo.
E’ una ragazza forte e coraggiosa perché dopo la morte del padre in un incidente in miniera, ha dovuto combattere per sopravvivere alla fame e aiutare la sua famiglia.
Sa usare l’arco e riesce a procurarsi il cibo con Gale, il suo amico di sempre, nonostante questo prova rancore verso la madre che si è lasciata andare dopo la morte del marito e ama in maniera assoluta la sorellina, Prim, che cerca di proteggere con tutta se stessa.
Sa che negli Hunger Games non ha alcuna possibilità contro i concorrenti più forti di lei, ma non si arrende mai e cerca di usare la sua arma migliore, l’astuzia.
Il suo rapporto con Peeta è molto conflittuale, non si fida di lui ma non riesce a dimenticare quel gesto gentile durante la sua infanzia, nonostante questo non può permettersi di provare altri sentimenti per lui perché non hanno un futuro e soltanto uno potrà sopravvivere.

Hunger Games è un bel romanzo che si legge in pochissimo tempo, mi è piaciuto moltissimo e presto leggerò il seguito.

Voto 5 stelle anobiiane

• Titolo: Hunger games
• Autore: Suzanne Collins
• Traduttori: Paracchini F., Brogli S.
• Editore: Mondadori
• Collana: Chrysalide
• Data di Pubblicazione: 2009
• ISBN: 8804594101
• ISBN-13: 9788804594109
• Pagine: 256
• Prezzo: €. 17,00

L’autrice

Suzanne Collins è una nota autrice statunitense. La prima ispirazione per questo libro le è venuta dal mito del Labirinto del Minotauro, ma l'idea è si è fatta strada nella sua mente mentre faceva zapping tra le immagini dei reality show e quelle della guerra vera. Vive nel Connecticut con la sua famiglia e due gatti selvatici.

Nessun commento:

Posta un commento