venerdì 8 luglio 2011

Il Marchese di Roccaverdina – Luigi Capuana

Recensione

"Il Marchese di Roccaverdina" è il capolavoro di Luigi Capuana, scrittore siciliano considerato da molti come il capofila del movimento verista.

Il protagonista della vicenda è Antonio Schiraldi, Marchese di Roccaverdina, aristocratico proprietario terriero che s’innamora di una bella ragazza del paese, Agrippina Solmo, e la convince a diventare la sua amante.
Dopo dieci anni di convivenza decide di farla sposare con il suo fattore, Rocco Criscione (per evitare incomprensioni con la famiglia che non accetta la relazione).
I due, devoti e fedeli al padrone, giurano sul Crocifisso che non avranno mai rapporti intimi e che vivranno come fratello e sorella.
Tre anni dopo, Rocco viene ucciso a tradimento e i sospetti ricadono su un cacciatore, Neli Casaccio che aveva dei contrasti con il fattore a causa delle sue “attenzioni” nei confronti della moglie.
Nonostante le sue proclamazioni di innocenza, la giuria lo condanna a quindici anni di carcere, ma è stato davvero lui?

Ispirato dalla storia vera dell’autore che ha avuto una relazione ventennale con la sua cameriera, il romanzo racconta la drammatica storia del Marchese di Roccaverdina, un uomo fiero e orgoglioso di far parte della stirpe dei “Maluomini” (come venivano soprannominati i suoi antenati) e abituato a comandare su tutto e tutti.

La vicenda inizia con la morte di Rocco e con la condanna del cacciatore, e man mano che proseguiamo con la lettura, l’autore ci fa scoprire particolari del passato (come la relazione del Marchese con Agrippina) e le motivazioni che hanno portato all’omicidio del fattore.
C’è tanto da dire su questo romanzo, ma una parte in particolare mi ha davvero colpito, la confessione del Marchese a don Silvio che per giustificare il matrimonio sacrilego accampa varie scuse, tra cui una: Rocco poteva rifiutarsi

Una sera, chiamai Rocco e gli dissi: "Devi sposare Agrippina Solmo...".[..] "Dovrai però essere suo marito soltanto di nome!..." Non esitò; rispose: "Come vuole voscenza". "Giuralo!" Giurò... Poteva rifiutarsi..."

Secondo il Marchese, il fattore poteva rifiutarsi, secondo me non è affatto così, sapeva benissimo che Rocco non avrebbe mai rifiutato, tanta era la devozione nei suoi confronti e lo stesso da parte dell'amante.
E’ solo una scusa per giustificare il suo comportamento, la verità è che li ha usati come oggetti, soprattutto Agrippina che gli ha dato dieci anni di vita e non ha mai preteso niente in cambio…

"Le ho voluto bene!", ella si lamentava, senza che dal suo accento trasparisse nessuna intenzione di rimprovero. "L'ho adorato come si adora Gesù sacramentato!... Mi ha preso dalla strada, mi ha colmata di benefici, lo so!... Ma in compenso, non le ho dato il mio onore, la mia giovinezza, il cuore, tutto? Nessuno saprà mai quel che ho sofferto dal giorno che voscenza... Quasi fossi stata uno straccio da buttar via! Oh! Era padrone di fare quel che le pareva e piaceva. Mi disse: "Devi giurare!". Ed io giurai, davanti al Crocifisso.

Non solo li costringe a sposarsi ma inizia a sospettare di una relazione “fisica” tra i due e la gelosia diventa un’ossessione, una malattia, fino alla tragedia.

Splendida l’analisi psicologica del Capuana che descrive le sensazioni e le angosce del protagonista nei minimi dettagli, come un chirurgo.
Un’altra nota di merito è l’accurata descrizione della Sicilia semi-feudale e rurale del periodo post-unitario, con le sue campagne incontaminate e selvagge, dove il Marchese passa la maggior parte del tempo a riflettere.

Questo romanzo mi ha conquistata, amo i classici e Capuana è stata una bella scoperta.
Mi ha colpito molto l’introspezione psicologica del Marchese, un protagonista molto complesso e difficile da dimenticare, sembra invincibile e invece è pieno di debolezze e incertezze, nonostante questo tutti i personaggi che gli ruotano intorno non hanno la sua passione, il suo carisma, sono solo pallide comparse al confronto.
Consigliato agli amanti dei classici.

L’autore

Luigi Capuana (Mineo 1839 - catania 1915) fu l'intellettuale più impegnato della corrente verista. Scrittore, giornalista, critico teatrale, fotografo, professore universitario, scrisse romanzi, poesie, fiabe, testi teatrali. Oltre al Marchese di Roccaverdina (1901), si ricordano i romanzi Giacinta (1879), Profumo (1890), Rassegnazione (1900).

• Titolo: Il marchese di Roccaverdina
• Autore: Luigi Capuana
• Editore: Newton & Compton (collana Biblioteca economica Newton)
• ISBN: 9788881839483
• Dettagli: p. 192

1 commento:

  1. Mi mancano gli ultimi 5 capitoli ma ti dò ragione : è davvero bellissimo
    In particolare le parti dove il Marchese si tormenta per ciò che ha fatto sono da brividi.
    Domani vedrò come va a finire :)

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