Recensione
«Quella domenica mattina di maggio, la ragazza che in seguito avrebbe destato vivo scalpore in tutta New York si svegliò un po’ troppo presto per l’ora in cui si era coricata. Dal sonno passò bruscamente alla piena consapevolezza e alla disperazione»
John O'Hara (Pottsville 1905 - Princeton 1970) è stato un prolifico autore americano che ha riscosso un grande successo nella prima metà del Novecento, ma in Italia è conosciuto soprattutto per BUtterfield 8, titolo originale di “Venere in visone” una storia ambientata negli anni trenta nel pieno della “Grande Depressione”, portata sul grande schermo da Liz Taylor (che vinse l’oscar per la migliore interpretazione nel 1960) e Laurence Harvey.
La protagonista è Gloria Wandrous, una bellissima ragazza che conduce una vita trasgressiva tra fiumi di alcool in bar illegali e incontri occasionali.
Durante una serata in un locale notturno incontra il facoltoso Weston Liggett, un playboy con il doppio dei suoi anni, sposato e padre di due figlie adolescenti.
L’incontro tra i due finisce nel lussuosissimo appartamento dell’uomo, dove Gloria si risveglia il giorno dopo con un mal di testa e il vestito strappato dalla foga del momento. Liggett per ”risarcirla” del danno subito lascia una busta con dei soldi ma la ragazza irritata dall’affronto, prende in prestito la pelliccia di visone della moglie (da qui il titolo italiano) e si reca dal suo amico Eddie, l’unico che la capisce e non la giudica per la sua vita anticonformista.
Ma Liggett si è innamorato della ragazza e farà di tutto per stare con lei…
Il romanzo si ispira alla vera storia di Starr Faithfull, una giovane starlet coinvolta in un caso di cronaca nera che ha suscitato molto scalpore in quegli anni.
O’Hara riprende la sua storia e la trasforma in un romanzo cinico e brutale che gratta la superficie patinata della borghesia americana del tempo, portando alla luce uno scenario fatto di scandali, alcool, festini, tradimenti ed eccessi vari.
Il titolo originale, “BUtterfield 8” si riferisce ad un codice di un centralino telefonico utilizzato in quel periodo negli Stati Uniti.
La Venere in questione è Gloria, una ragazza nata in una buona famiglia ma instabile e nevrotica a causa delle attenzioni “morbose” subite da bambina da parte di un pretendente della madre, un episodio che le ha segnato la vita e l’ha resa uno spirito libero, senza freni o inibizioni.
Soffre di repentini cambiamenti di umore e cerca ogni eccesso pentendosene ogni volta, in realtà è piena di un odio profondo verso tutti ma soprattutto se stessa. E’ un personaggio molto complesso che non si dimentica facilmente.
L’ambientazione è molto curata (sicuramente la parte migliore del romanzo), uno spaccato della società del tempo, tra bar clandestini gestiti dai gangster e la grande crisi che ha colpito tutto e tutti.
Lo stile dell’autore è freddo, distaccato, quasi documentaristico nel descrivere le vicende di Gloria, Liggett ed Eddie e tutti quelli che li circondano come un susseguirsi di immagini e storie che si intrecciano tra loro.
Sinceramente ho scoperto questo romanzo grazie alla trasposizione cinematografica con Liz Taylor (che odiava il suo personaggio e l’ha interpretata solo per onorare il contratto con la casa di produzione), ma non mi ha entusiasmata fino in fondo, secondo me ci sono troppe descrizioni e troppi personaggi che non hanno un ruolo fondamentale nella storia e rendono la narrazione meno fluida e più complessa.
Un consiglio, se desiderate leggerlo non sbirciate la sinossi o le notizie sulla vera Starr Faithfull che svelano il finale.
Titolo: Venere in visone
Autore: John O'Hara
Traduttore: Cesa Bianchi M. L.
Editore: Minimum Fax
Collana: Minimum classics
Data di Pubblicazione: Novembre 2007
ISBN: 8875211396
ISBN-13: 9788875211394
Pagine: 307
Formato: brossura
Prezzo: €. 11,00
Il libro è talmente superiore al film, che potrei dire il film stesso esercizio di inutile sintassi (...e retorica)
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