giovedì 3 novembre 2011

Intervista a Danila Comastri Montanari

Cari lettori
In occasione dell'uscita del suo nuovo romanzo "Tabula Rasa", sedicesima avventura del senatore romano Publio Aurelio Stazio, ho il piacere di riospitare nel blog la scrittrice Danila Comastri Montanari.

Danila Comastri Montanari (Bologna, 1948), laureata in Pedagogia e Scienze politiche, per due decenni ha insegnato e viaggiato ai quattro angoli del mondo. Accanita fumatrice, apprezza gli alcolici, rifugge dalle diete, ama i gatti, frequenta stazioni termali e scavi archeologici, legge romanzi polizieschi e fantascientifici, saggistica storica e antropologica, classici latini, greci e cinesi. È una fanatica utente di internet e potete trovarla quotidianamente su facebook. Dal 1990, anno in cui è uscito il suo primo romanzo, Mors Tua, si dedica a tempo pieno alla narrativa: la saga di Publio Aurelio Stazio, senatore-detective dell'antica Roma, tradotta in una decina di lingue, conta ormai sedici inchieste, dai titoli rigorosamente latini (Cave Canem, Morituri te salutant, Cui prodest?, Gallia est, Ars moriendi, per citarne alcuni). Tra i polizieschi ambientati in altre epoche, spiccano La campana dell'arciprete, sullo sfondo delle campagne bolognesi della Restaurazione, e Terrore, dedicato alla Parigi rivoluzionaria del 1793.

Danila ha gentilmente accettato di rispondere alle domande di questa intervista.

Danila, grazie della disponibilità e bentornata nel blog.
Qual è il suo rapporto con la scrittura e cosa rappresenta per lei?

Prima di tutto l’opportunità di condividere il mio immaginario con migliaia di altri esseri umani, possibilità che non cessa mai di stupirmi e di rallegrarmi. In secondo luogo l’aspetto ludico del mio lavoro: amo la realtà virtuale, che si concretizzi in un libro, in un film, in un videogame, in una festa in costume, in un gioco collettivo o anche in semplici fantasie individuali, quindi è ovvio che mi delizi essere tra coloro che la producono, oltre che tra coloro che ne fruiscono. Last but not least, il fatto di avere pesanti spese condominiali: la mia è una professione, non un hobby, devo camparci sopra e non è un dettaglio irrilevante. Se però mi si chiede, così di punto in bianco, PERCHE’ in realtà scrivo, la risposta immediata che mi viene alle labbra è una sola: per divertire il pubblico e per divertire me stessa.

Ci vuole parlare del suo ultimo lavoro, Tabula Rasa?

Tanti anni or sono, al tempo della pubblicazione di “In corpore sano”, Oreste del Buono mi chiese se avessi contemplato la possibilità di mandare Publio Aurelio ad Alessandria, illustrando il momento del suo fatidico incontro con Castore. Non mi reputai in grado di seguire il suo consiglio, né allora né dopo, ma l’idea di uno scenario alessandrino germinò: era soltanto questione di tempo.
Inoltre c’era il problema del “genere”… sì lo so, i generi non esistono, ma di questi “generi che non esistono” io ne avevo già praticati parecchi, all’interno della mia serie, con molte diverse commistioni: il giallo classico, il poliziesco procedurale, la caccia al serial killer, il medical thriller, il legal thriller ecc, tuttavia mi mancava la spy story.
Infatti, da autrice seriale che scrive allo scopo di intrattenere il pubblico (no, vi prego, non scandalizzatevi, era ciò che facevano anche Omero, Shakespeare e tanti altri) corro un rischio grave, quello di ripetermi, producendo sempre lo stesso romanzo, con gli stessi personaggi, lo stesso ambiente, le stesse tematiche, quindi di annoiare i lettori e soprattutto di annoiare me stessa. Dunque mi sono detta: una spia non è mai comparsa nei miei gialli, è ora di mettercene una…

Come mai ha deciso di ambientarlo in Egitto?

Perché l’Egitto, assieme all’antica Roma, è certamente l’ambientazione più presente, per fascino e mistero, nell’immaginario collettivo (ci sarebbero anche i dinosauri, ma purtroppo non posso giovarmene, sono troppo fuori tempo) Nessuno, nemmeno Leopardi, si è sottratto al richiamo delle mummie, senza contare che le grandi piramidi, gli Dei dal capo ferino, il verde Nilo e la perfezione stilizzata dei geroglifici sono vergati con inchiostro indelebile nella memoria profonda di noi tutti. D’accordo, nel I secolo d.C. l’Egitto non era più quello dei faraoni, soprattutto ad Alessandria, città ellenistica per eccellenza, ma avrei forse potuto spedire il senatore da quelle parti senza evocare un passato tanto seduttivo? Ed ecco allora da una parte la Dea-gatta Bast, ecco il coccodrillo, ecco le feluche, ecco l’Ankh, simbolo di un culto antico e forse mai dimenticato, ecco i lini, le bende, i papiri, ecco i gorghi di un canale che convoglia le acque del sacro fiume…. e dall’altra parte gli scaffali della Grande Biblioteca, gli splendori del lusso tolemaico, la potenza delle macchine da guerra romane.

Nella saga di Publio Aurelio Stazio ci sono personaggi o eventi ispirati a persone reali o eventi della sua vita? O sono solo di fantasia?

Tutti i personaggi sono di pura invenzione, ma ciò non toglie che molti di essi contengano tratti reali, desunti da persone veramente esistenti. Tanto per farvi un esempio, alcune delle vicende più incredibili che vedono implicato Publio Aurelio (talvolta proprio quelle davanti alle quali il lettore pensa: succede soltanto nei libri!) sono rielaborazioni fantasiose di episodi accaduti alla sottoscritta, manipolati ovviamente con cura, in modo da enfatizzarne gli aspetti più esagerati, bizzarri e grottesci, in definitiva “romanzeschi”. A proposito: il senatore compie gli anni proprio in questi giorni, la vigilia delle none di Novembre, data in cui, senza dubbio per mero caso, cade anche il mio stesso compleanno!

Qual è il suo personaggio preferito?

E’ scontato: per rifare il verso a Flaubert, “Publio Aurelio c’est moi!”

Le piacerebbe vedere una trasposizione cinematografica dei suoi romanzi? Quali attori potrebbero interpretare Publio Aurelio e Castore?

Mi piacerebbe eccome! Purtroppo i produttori hanno preso in considerazione molte volte l’idea di realizzare una serie televisiva, concludendo sempre che sarebbe stata troppo costosa. Non so chi potrebbero essere gli attori, ma finché non esiste alcun interprete, preferisco che ognuno si immagini i miei personaggi come preferisce.

e Pomponia?

Ah, ah ah , ah, che ne direste se la interpretassi io stessa? Tutto sommato sono fondamentalmente una teatrante, o per meglio dire una guitta….

Una particolarità della saga sono i titoli rigorosamente in latino, Mors tua, Cave Canem,Tabula rasa, ecc.
Come nascono questi titoli così suggestivi?

Sono un marchio di fabbrica. Ho avuto bene chiaro in testa che i titoli dovevano essere in latino fin dal primo libro: ebbene sì, confesso che Mors tua era concepito già allora per essere l’inizio di una serie, sebbene fino ad allora non avessi mai scritto una parola di narrativa in vita mia, nemmeno un raccontino breve, nemmeno un diario adolescenziale. Ma sarebbe stato folle porre limiti ai piani della Dea Fortuna, non credete?

Danila la ringrazio per il tempo speso con noi. Vuole dire qualcosa ai suoi lettori?

che cosa posso dire ai miei lettori? Di leggermi, naturalmente!

Per chi volesse approfondire questo è il sito ufficiale dell'autrice  http://www.diciemme.eu/ e il profilo pubblico su facebook http://www.facebook.com/danila.comastri.montanari

Questa è la sinossi di Tabula Rasa

I sec. d.C. Su richiesta dell'imperatore Claudio, il senatore Publio Aurelio Stazio si reca ad Alessandria d'Egitto, incaricato di una missione riservatissima che riguarda i rapporti con i Parti, da sempre nemici di Roma. Durante il suo soggiorno vengono trovati i resti di due fanciulle giovanissime, seguaci di Bast, l'antica dea-gatta. Intanto nell'inquieta metropoli si moltiplicano le dimostrazioni di protesta, si attenta alla vita dell'ambasciatore dei Parti e una mano misteriosa arriva a colpire persino le macchine da guerra negli accampamenti militari: una spia favorisce gli interessi dei nemici di Roma. I sospetti sono molti, e a complicare le cose ci si mettono anche due donne affascinanti: la stravagante moglie del viceprefetto e la cortigiana più quotata di Alessandria, che scompare all'improvviso. Tra il cimitero dei gatti e il tempio del dio-coccodrillo, tra i papiri della biblioteca e gli occhi bistrati delle cortigiane, Publio Aurelio dovrà mettere in campo tutta la sua astuzia e chiarire molti misteri. 

Titolo: Tabula rasa
Autore: Danila Comastri Montanari
Editore: Mondadori
Collana: Omnibus
Data di Pubblicazione: Novembre 2011
ISBN: 8804608854
ISBN-13: 9788804608851
Pagine: 250
Prezzo: €. 13,90

e questo è il booktrailer


Booktrailer "Tabula Rasa" from flywheel impresacreativa on Vimeo.

1 commento:

  1. Wow, l'ultimo romanzo di Danila Comastri Montanari! Da quando ero ragazzina non mi sono mai persa un "Publio Aurelio" (all'inizio me li facevo prestare dalla mia professoressa di italiano). E a sedici anni ho persino scritto a "Sorrisi e canzoni" per proporre l'idea di una fiction sulle sue indagini. Sarebbe anche meglio di Montalbano, a parer mio. Per la cronaca, il mio preferito resta sempre "In corpore sano", che ho riletto innumerevoli volte. Anche Tabula rasa sarà mio al più presto! Complimentissimi!

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