Recensione
“Aveva la pelle pallida – ma impeccabile – e occhi dal taglio allungato, scuri e sottili, con palpebre pesanti e folte ciglia nere che le ombreggiavano lo sguardo. Le sopracciglia erano arcuate e finemente tratteggiate da un velo di matita, mentre il naso era piccolo e dritto. Non altrettanto la sua bocca, che era larga, e con labbra di un intenso color sangue che lasciavano intravedere piccoli denti bianchi.”
Al Grand Hotel della Digue di Heyst, un luogo di villeggiatura pieno di turisti inglesi, arriva Harriet Brandt una giovane ereditiera che viene dalla Giamaica.
Affascinante e sensuale, figlia di un dottore inglese e di una donna del luogo, la ragazza ha vissuto l’intera adolescenza in convento a causa della morte prematura dei suoi genitori, deceduti in un misterioso incendio.
Accompagnata da una sua amica sempre malata, la giovane stringe dei rapporti di amicizia con alcuni vicini di stanza, affascinati dalla sua bellezza e dal suo carattere esuberante e pieno di vita, tra questi, la Baronessa Gobelli con consorte e figlio e soprattutto Mrs Pullen e la sua bambina. Harriet prova un immenso affetto per la piccola, infatti la riempie di regali e attenzioni con lo sconcerto della madre che prova una sorta di attrazione/repulsione verso la ragazza perché la sua vicinanza la indebolisce e anche la bambina inizia a star male. Quale mistero nasconde la giovane ereditiera?
Con ”Il sangue del vampiro” la Castelvecchi porta alla luce un vero gioiellino del genere gotico vittoriano, una storia inquietante e drammatica pubblicata nello stesso anno del famosissimo “Dracula” di Bram Stoker ma con una tipologia di vampiro molto diversa da quello conosciuto.
Dimenticate i paletti, l’aglio o l’acqua santa, la vampira descritta in questa storia è una semplice ragazza che cammina alla luce del sole, ma a parte gli evidenti elementi occulti che lo inseriscono nel filone vampiresco (che non svelo) ,”Il sangue del vampiro” è un bell’affresco dell’epoca vittoriana con un’accurata descrizione dei pensieri e dei costumi della società inglese.
La trama è avvincente e sicuramente l’autrice critica il ruolo della donna del tempo, infatti “la vampira”, l’essere da disprezzare e isolare è una ragazza che scandalizza i benpensanti perché non è attenta alle regole e alle etichette, ma usa la sua bellezza per ottenere quello che vuole.
Mi ha colpito molto la sua prima descrizione, l’autrice non si sofferma solo sulle sue caratteristiche fisiche ma ne descrive il comportamento a tavola, talmente vorace da sbalordire le persone presenti in sala ma anche di attirare le simpatie di alcuni personaggi.
A parte la protagonista ho apprezzato la buona e saggia Mrs Pullen e il giovane Bobby, figlio della Baronessa Gobelli, dolce e gentile al contrario della madre, opportunista e arrogante.
In conclusione è un romanzo che consiglio agli amanti dei classici gotici.
Titolo: Il sangue del vampiro
Autore: Florence Marryat
Traduttore: Frigo A.
Editore: Castelvecchi
Collana: Biblioteca dell'immaginario
Data di Pubblicazione: Luglio 2010
ISBN: 8876154140
ISBN-13: 9788876154140
Pagine: 324
Formato: brossura
Prezzo: €. 18,00
L'autrice
Florence Marryat, autrice eminente dell’Inghilterra vittoriana, fu anche drammaturga, cantante e attrice. Nel corso della sua vita straordinaria viaggiò molto, soprattutto in India, e scrisse oltre settanta romanzi. È ricordata in alcuni circoli per la sua fede ardente nello Spiritismo, un interesse che la portò a conoscere alcuni tra i più famosi medium di fine Ottocento e che bene espresse nei suoi famosi There is no death (1891) e The Spirit World (1894).
Le sue teorie, estremamente popolari negli Stati Uniti, sono state tradotte anche in francese, svedese, fiammingo e russo.
Nessun commento:
Posta un commento