giovedì 28 luglio 2011

La festa di Orfeo - Javier Márquez Sánchez

Recensione

Javier Márquez Sánchez è uno scrittore e giornalista spagnolo, noto al pubblico per i suoi saggi dedicati ai miti del rock, ma con il suo esordio narrativo, “La festa di Orfeo”, omaggia il cinema horror anni cinquanta/sessanta.

All’inizio del romanzo, il postino di uno sperduto paesino, scopre i cadaveri degli abitanti del luogo, selvaggiamente assassinati e mutilati.
Le indagini sono affidate all’ispettore di Scotland Yard, Andrew Carmichael e il suo collega Harry Logan.
Dopo varie ricerche, si trovano sulle tracce di un vecchio film ritrovato in circostanze misteriose: La fête du Monsieur Orphée, una pellicola girata negli anni del muto che ha provocato la morte o la pazzia di tutti quelli che l’hanno vista.
Nello stesso tempo incontriamo Peter Cushing, noto divo televisivo, molto amato dal pubblico, grazie alla sua straordinaria interpretazione di 1984 di Orwell (tanto che circola la battuta “Cos'è la televisione? Peter Cushing con le manopole”). Ma Peter è stanco di questi ruoli televisivi, vuole interpretare nuovi personaggi e guadagnare di più per acquistare una casa al mare per l’amatissima moglie Helen, malata di tubercolosi.
Per questo accetta d’incontrare i tipi della Hammer Films, una nuova casa cinematografica che vuole rilanciare il cinema horror con le rivisitazioni dei classici del passato, come Frankestein.
Dato che la gente non si spaventa più facilmente come negli anni trenta (a causa delle atrocità della seconda guerra mondiale), il regista Terence Fisher chiede a Peter di indagare sulla “paura” dell’uomo, quello che angoscia davvero l’essere umano, per immedesimarsi nella parte e rendere credibile il suo personaggio.
Il romanzo segue parallelamente le indagini di Carmichael e la storia di Peter, e ovviamente le loro strade s’incroceranno…

Atmosfere da incubo, tensione e mistero, ci sono tutti gli ingredienti per un ottimo romanzo dell’orrore (un plauso alla Gargoyle Books che ha puntato su un giovane autore molto promettente, come Javier Márquez Sánchez).
E' una vicenda corale perché ci sono vari protagonisti, ma il mio preferito è Peter Cushing, l'indimenticabile interprete di tanti film di successo, targati Hammer Films.
Nel romanzo Peter non ha ancora interpretato i ruoli che lo porteranno al successo internazionale, ma è un divo della BBC.
L'autore lo descrive con un uomo innamoratissimo della moglie, gentile e disponibile con tutti (come lo descrivono molti biografi), pronto ad affrontare la "paura" più grande pur di difendere la sua famiglia.
Mi sono piaciute le citazioni dei vari film e libri, senza tralasciare le varie “guest star” che popolano il romanzo, come Boris Karloff che si perde nei ricordi del passato e racconta ad un confuso Peter Cushing, la maledizione del film, la fête du Monsieur Orphée, che ha provocato la pazzia nei suoi colleghi (come Bela Lugosi).
In un libro ricco di citazioni cinematografiche non poteva che essere un film maledetto, il vero fulcro della vicenda.

La festa di Orfeo mescola sapientemente gli elementi classici dell’horror (occultismo, possessione demoniaca, ecc.) con la struttura di un poliziesco (la coppia Carmichael/Logan ricorda molto il duo Sherlock Holmes e Watson), creando un romanzo intrigante e avvincente che incolla il lettore dalla prima all’ultima pagina.
Consigliato agli amanti del genere

Titolo: La festa di Orfeo
Autore: Javier Márquez Sánchez
Traduttore: De Crescenzo G.
Editore: Gargoyle (collana Storie)
Data di Pubblicazione: 2011
ISBN: 9788889541562
Dettagli: p. 292

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