Quale terribile segreto nasconde la misteriosa figura femminile che si aggira per le buie strade di Londra? Questo è solo il primo di una serie di intrighi, apparizioni e sparizioni, delitti e scambi di identità che compongono la trama de "La donna in bianco". Nel 1860 Charles Dickens pubblicò il romanzo a puntate sulla sua rivista "All the Year Round", suscitando uno straordinario interesse nel pubblico che seguì per un intero anno le vicende della sventurata Anne Catherick e quelle degli altri personaggi, descritti con impareggiabile abilità psicologica, come l'impavida Marian Halcombe, il coraggioso Walter Hartright e l'affascinante quanto ambiguo conte Fosco. È passato un secolo e mezzo e le cose non sono cambiate. Anche il lettore moderno più smaliziato non può che rimanere piacevolmente intrappolato negli ingranaggi di questo romanzo che ha segnato per sempre la tradizione del mistery, facendo guadagnare al suo autore l'attributo di "padre del poliziesco moderno".
Recensione
In una sera d’estate del 1856, Wilkie Collins sta passeggiando
per le vie del Regent’s Park in compagnia di suo fratello Charles e del
pittore J.G. Millais. Tutto sembra tranquillo ma ad un certo punto ascoltano le urla disperate di una ragazza che sta scappando da una villa.
“E’ una giovane donna di bell’aspetto che indossa dei
bianchi abiti fluenti che brillano al chiaro di luna”
La giovane si chiama Caroline Graves e raggiunta dallo
scrittore gli rivela che è stata imprigionata da un uomo crudele che la
sottoponeva a esperimenti di “magnetismo”.
Questo episodio, citato nella biografia del pittore Millais,
sarà ripreso nel romanzo “La donna in bianco”, una storia pubblicata a puntate
dal 1858 al 1859 sulla rivista «All the Year Round» del collega e amico Charles
Dickens, che in breve tempo diventerà un vero e proprio caso letterario,
appassionando i lettori che aspettano con ansia ogni uscita.
“Questa è la storia di
quel che la pazienza di una donna può sopportare, e che la determinazione di un
uomo può ottenere...”
Walter Hartrigh è un
giovane maestro di disegno che ottiene un incarico come insegnante presso una
nobile famiglia di Londra, i Fairlie, composti dal padrone di casa il signor
Frederick Fairlie, sua nipote Laura e la
sorellastra Marian che diventeranno sue alunne.
Durante il viaggio viene fermato da una misteriosa
donna vestita di bianco…
“E lì,
al centro della strada luminosa – lì, come se fosse spuntata in quel momento
dalla terra, o caduta giù dal cielo – vidi stagliarsi solitaria la
figura di una donna, vestita di bianco dalla testa ai piedi, che mi scrutava
con espressione grave, e con la mano indicava la nuvola scura sopra Londra,
guardandomi dritto negli occhi”.
La ragazza, pallida e spaventata gli chiede
delle informazioni per arrivare a Londra, e il giovane allarmato
dall’apparizione e dal suo stato emotivo, cerca di aiutarla
accompagnandola per un pezzo di strada.
Durante il tragitto scopre alcuni particolari della sua
vita, il suo odio verso un baronetto di cui non vuol svelare il nome e
l’affezione verso una gentildonna che l’ha presa sotto la sua protezione da
bambina, la Signora Fairlie, morta da anni ma di cui serba un dolcissimo
ricordo.
Walter gli paga una carrozza ma mentre si allontana scorge
due uomini che la stanno inseguendo perché è scappata da un
manicomio.
Turbato dall’episodio, il giovane arriva in ritardo alla
tenuta e deve aspettare l’indomani per incontrare i membri della famiglia.
La prima ad accoglierlo è Marian Halcombe, una delle sue allieve, che compensa la mancanza di beltà
con una mente acuta e una lingua tagliente. Marian lo tratta con grande
familiarità presentandosi come la sorellastra povera e brutta di Laura Fairlie, l’erede di famiglia che oltre alla ricchezza possiede un
grande fascino e una innata dolcezza verso tutti, ma nonostante le differenze
fisiche e sociali, le due sorelle sono legatissime tra loro.
Walter le racconta l’incontro con
la donna in bianco e il suo affetto verso la defunta signora Fairlie (madre
delle due sorelle) e Marian incuriosita gli promette di fare delle ricerche tra
le lettere della madre.
Dopo un breve dialogo con il padrone di
casa, il filantropo sig. Fairlie, Walter incontra la seconda allieva, la
bellissima Laura che lo affascina con i suoi modi gentili e delicati ma l’incontro
con la ragazza gli lascia una strana impressione. Il suo volto gli ricorda
qualcuno e lo scoprirà grazie alle lettere della signora Fairlie che in
una corrispondenza con il marito gli racconta di una bambina, Anne Catherick che ha
preso sotto la sua ala protettrice per la straordinaria somiglianza con la sua dolce
figlia, Laura.
Per Walter questa rivelazione è uno shock
perché in effetti le due ragazze si assomigliano moltissimo ma una è pallida e malata,
l’altra è piena di vita.
Ma dimenticata la donna in bianco, con il passare dei giorni i sentimenti dei
due giovani si trasformano da semplice amicizia a legame profondo, ma Marian
confida al giovane che la sorella è promessa sposa ad un baronetto, Sir Percy
Glide, non per amore ma per dovere verso il padre che li ha promessi prima di
morire.
Anche la misteriosa Anne Catherick aveva
dei legami con un baronetto, sarà la stessa persona? E cosa succederà ai due giovani?
Non vado oltre con la trama ma questa
storia così affascinante e avvincente mi ha davvero conquistata. Non mi
stupisce il suo grande successo (uscirono persino dei capi d’abbigliamento con
la scritta “donna in bianco”).
Wilkie Collins è stato un grande narratore e il
suo motto “Falli ridere, falli
piangere… falli attendere!” è reso alla perfezione, sono convinta
che la carta vincente di questa storia sia “l’attesa”, quella apprensione che
ti porta a pensare: ma cosa succederà tra qualche pagina? Chi morirà? Tra
l’altro riesco ad immedesimarmi in quei poveri lettori che hanno dovuto
aspettare un anno per scoprire la verità e svelare il mistero della donna in
bianco.
La vicenda viene
narrata da vari personaggi come testimoni in un processo, infatti ogni protagonista
racconta la sua storia attraverso una raccolta di scritti (lettere, diari o
confessioni).
L’ambientazione è molto curata, mi sono piaciute le
descrizioni della tenuta Fairlie tanto viva e ricca al contrario della dimora
di Sir Glide, sinistra e inquietante come il suo padrone.
I personaggi sono trattati con cura, Wilkie Collins descrive
i suoi protagonisti nei minimi particolari, visivi e psicologici.
Ho notato che nella storia ricorre spesso il tema del doppio (molto in voga in quel periodo), personalità
opposte al confronto come Laura con Anne, Walter con Sir Percy e soprattutto Marian con il
Conte Fosco, il marito della zia di Laura, un nobile italiano che trama alle
spalle dei protagonisti con atteggiamenti ambigui e subdoli. L'autore lo descrive come un uomo anziano di grande mole ma agile come un ragazzino, sensibile verso gli animali ma diabolico verso i suoi nemici, talmente affascinante da incantare tutti quelli che incontra. E' il villain perfetto e la lotta psicologica con la coraggiosa Marian sono le pagine più interessanti del
romanzo, una sorta di attrazione/repulsione tra i due e secondo me sono i
personaggi più riusciti della storia.
Ho scoperto per caso questo romanzo ma sono contenta di averlo letto e devo ammettere che mi è dispiaciuto
finirlo, “la donna in bianco” è una storia dai contorni misteriosi e
drammatici che consiglio agli amanti dei classici.
L’autore
William Wilkie Collins (1824-89) è uno dei primi autori di
storie poliziesche. Il suo romanzo più celebre, La pietra di luna (1868)
definito da T. S. Eliot «il primo e il migliore tra i romanzi polizieschi», ha
fornito l'archetipo delle trame di mistero e di suspense centrate sulla
soluzione razionale di un delitto misterioso. Amico e consigliere di Charles
Dickens, collaborò alle sue riviste con un gran numero di racconti e un romanzo
a puntate, La donna in bianco (1858).
• Titolo: La donna in bianco
• Autore: Wilkie Collins
• Traduttore: Tummolini S.
• Editore: Fazi
• Collana: Tascabili
• Data di Pubblicazione: Luglio 2009
• ISBN: 8881129914
• ISBN-13: 9788881129911
• Pagine: XX-688
• Formato: brossura
• Prezzo: €. 14,90