Recensione
“Doveva inserire fieno appena falciato nello strillo o
era meglio che il lettore lo scoprisse da solo?
Quant’erano stupidi i lettori! Proprio come
pecore… pensò Mr Abbot assonato… una
segue l’altra, trascurano un libro o ne comprano un altro solo perché altri lo
stanno comprando, anche se non hanno la minima idea di che cosa manchi a uno e
che cosa abbia in più l’altro”
Miss Barbara Buncle è una
giovane orfana di trent’anni che vive a Rivargenton, un classico villaggio
della campagna inglese dove la vita scorre noiosa e tranquilla tra le riunioni
per il tè del pomeriggio e gli incontri al Tennis club.
A causa della crisi economica
degli anni trenta i suoi dividendi si sono dimezzati e vive in condizioni economiche disagiate finché la sua governante, la vecchia
Dorcas, non le propone di scrivere un libro per “fare soldi”.
Mr Abbot, un editore trovato
sull’elenco, accetta di pubblicarlo e in pochissimo tempo “Disturbatore della quiete pubblica” scritto con il nome di
John Smith diventa un successo strepitoso.
In
questo romanzo l’autrice descrive la noiosa quotidianità degli abitanti di un
villaggio immaginario chiamato “Campoferrum” che all’arrivo di un giovane “dai
capelli d’oro” che suona il piffero si risvegliano dal loro torpore e seguono
gli “impulsi primitivi della loro natura più nascosta”.
La trama è interessante ma questo villaggio assomiglia
in modo impressionante a “Rivargenton” infatti la ragazza ha preso spunto dalla
vita reale dei suoi vicini per la rappresentazione dei suoi personaggi. Il
problema è che li ha descritti alla perfezione senza tralasciare i loro vizi
(tanti) e le loro virtù (poche) e qui iniziano i guai e una caccia alle
streghe per scoprire la vera identità di John Smith…
La casa editrice Astoria sta
riportando alla luce dei veri e propri gioiellini della commedia british anni
trenta e “Il libro di Miss Buncle” non fa eccezione.
E’ assolutamente esilarante e
l’idea di fondo è geniale, l’autrice scrive una storia nella storia per
descrivere i vezzi e le abitudini di un tipico villaggio inglese dove alcuni
personaggi si sentono più superiori ad altri per status sociale e tutti
devono seguire le loro “regole”. Ma basta un semplice romanzo
per sconvolgere la loro tranquillità e metterli a nudo senza tralasciare i loro
sentimenti più nascosti.
Quello che mi ha fatto ridere
dei vari personaggi è la loro assoluta ipocrisia, infatti si riconoscono nel
libro ma non si accettano e trovano tante scuse per mitigare le incredibili “scoperte”
sulla loro condotta in apparenza irreprensibile, come lo scrittore Guiness che
in privato maltratta la moglie e i figli o la signora Agnelli di Featherstone che detta legge su tutto e tutti proclamandosi grande signora della società ma nasconde i suoi trascorsi di ballerina di fila.
I personaggi sono delineati
alla perfezione ma la mia preferita è la protagonista principale, la giovane Barbara
Buncle, "l'acqua cheta che rovina i ponti" che viene ignorata da
tutti per il suo orribile modo di vestire e le sue idee “semplici” ma che
nasconde una grande dote, l’osservazione delle persone.
Barbara ha lanciato una vera
e propria bomba nella comunità che ha iniziato a fare i conti con i propri
difetti.
Mi sono divertita a leggerlo e
ho scoperto una scrittrice davvero brava, la Stevenson è una penna arguta e irriverente
che prende in giro la tipica società inglese del tempo come la mia adorata Jane
Austen.
Lo consiglio agli amanti
delle commedie inglesi
· Titolo: Il libro di Miss Buncle
· Autore: Dorothy E. Stevenson
· Traduttore: Borghese E.
· Editore: Astoria
· Data di Pubblicazione: Aprile 2011
· ISBN: 8896919088
· ISBN-13: 9788896919088
· Pagine: 316
· Formato: brossura
· Prezzo: €. 17,00
L'autrice
Dorothy Emily Stevenson (1892-1973), cugina di R.L. Stevenson, autore dell’Isola del tesoro e Lo strano caso del dr. Jekyll e mr. Hyde, nacque a Edinburgo e visse in Scozia tutta la vita. Sposatasi con un capitano dell’esercito, nel 1932 scrisse il suo primo romanzo che aveva appunto come protagonista la moglie di un ufficiale. Autrice prolifica (scrisse circa 40 romanzi), ebbe il suo maggior successo negli anni Trenta e Quaranta, durante i quali i suoi libri vendettero in Inghilterra e in America milioni di copie. Il tono della sua scrittura è sempre stato quello di una ironia affettuosa ma non perciò meno pungente; la vita all’interno di piccole comunità, dove con più facilità si possono osservare e descrivere pregi e difetti dell’animo umano, è stata il centro del suo interesse narrativo.