Morte, che se' tu mai? Primo dei danni
L'alma vile e la rea ti crede e teme;
E vendetta del ciel scendi ai tiranni,
Che il vigile tuo braccio incalza e preme.
Ma l'infelice, a cui de' lunghi affanni
Grave è l'incarco e morta in cuor la speme,
Quel ferro implora troncator degli anni,
E ride all'appressar dell'ore estreme.
Fra la polve di Marte e le vicende
Ti sfida il forte che
ne' rischi indura;
E il saggio senza impallidir ti attende.
Morte, che se' tu dunque? Un'ombra oscura,
Un bene, un male, che diversa prende
Dagli affetti dell'uom forma e natura.
testo tratto dal sito Liber Liber
Nessun commento:
Posta un commento