“Il Faraone delle sabbie” inizia con un episodio descritto nel secondo libro dei Maccabei (2, 1-8).
Durante l’assedio dei babilonesi a Gerusalemme (586 a. C), il Signore chiede a Geremia di portare in salvo “l’Arca dell’Alleanza” e di nasconderla sul monte Nebo…
Nel romanzo Geremia riesce nascondere “l’Arca” ma quando torna a Gerusalemme è sconvolto, perché ha visto qualcosa che non doveva vedere…
“Che cosa hai visto nel deserto rabbi? Che cosa ha turbato così profondamente la tua mente?” - “il nulla…” […] “Il trovarsi d’un tratto soli, senza principio e senza fine, senza luogo, senza scopo né causa…”
e scompare nel nulla...
L'azione si sposta agli anni novanta, prima in America e poi in Medio Oriente, con gli scontri fra i terroristi palestinesi e il Mossad (l'agenzia di intelligence e servizi segreti dello Stato di Israele). Il protagonista è William Blake, un egittologo in crisi che all'improvviso viene coinvolto nel ritrovamento di una tomba nel deserto Paran (a migliaia di chilometri lontano dal Nilo) che può sconvolgere le più grandi religioni esistenti...
Valerio Massimo Manfredi è noto al pubblico per i suoi romanzi storici come “lo scudo di Talos” o la saga di “Alexandros”, ma “il faraone delle sabbie” è un bell’esempio di thriller archeologico ambientato ai giorni nostri e nonostante l'anno di pubblicazione (1998), i temi affrontati sono sempre attuali (terrorismo, estremismo religioso ecc.).
Il romanzo mi è piaciuto, ha una trama avvincente e scorrevole.
Il ritrovamento della tomba di … (dovete leggerlo per scoprire chi è) è un’ipotesi interessante…
Titolo: Il faraone delle sabbie
Autore: Valerio Massimo Manfredi
Editore: Mondadori (collana Oscar bestsellers)
Data di Pubblicazione: 1999
ISBN: 9788804470809
Reparto: Narrativa italiana
Dodici ragazzi molti diversi tra loro si sono svegliati in una dimensione sconosciuta e senza via di fuga:
“Non ci sono finestre né altre aperture verso l’esterno. Non ci sono elementi d’arredo, né alcun tipo d’oggetto. Le pareti e le porte sono bianche, molto solide, ma di una materia indefinita.”
All’improvviso appare la morte sotto forma di orologio a pendolo nero e impone a tutti una tragica sfida:
“Io, Morte, sovrana del mondo, ho preso oggi le fattezze di quest’Orologio nero, e ho deciso di lanciare su di voi una maledizione. Allo scoccare d’ogni ora battuta dall’Orologio uno di voi sarà convocato al mio cospetto… e morirà. […]
La maledizione dell’Orologio potrà essere spezzata solo se uno di voi, al momento in cui sarà chiamato, riuscirà a trovare la chiave, la sola ed unica chiave possibile che possa bloccare la mia implacabile avanzata, che possa battere me, la Morte”
Con la possibilità di morire ad ogni ora, riusciranno a trovare la chiave per vincere la morte?
Recensione
Nato inizialmente come testo teatrale, “Strokes” è diventato in poco tempo un fenomeno del web.
Stefano Pitino utilizza un linguaggio giovanile e diretto che riesce a coinvolgere il lettore in una storia ricca di suspense e dal forte impatto emotivo (i protagonisti devono affrontare una frenetica lotta contro il tempo per sconfiggere la morte).
Molti i temi trattati, l’amicizia, l’opportunismo, l’emarginazione, la violenza, e soprattutto l’amore che nasce all’improvviso...
Il libro è molto interessante e ve lo consiglio, si legge tutto d'un fiato e mi è piaciuta la caratterizzazione dei personaggi (grazie ai dialoghi diretti e ai pensieri dei protagonisti, l'autore è riusco a delineare perfettamente ogni personaggio).
I protagonisti sono tutti diversi tra loro (per ceto sociale, cultura e carattere) e rispecchiano la società di oggi: la ragazza bella e prepotente che pensa di avere il mondo ai suoi piedi, il figlio di papà che grazie ai soldi ottiene quello che vuole, il ragazzo gay che non accetta la sua condizione, la ragazza che vuole cambiare il mondo, il tipo violento che odia la società e vuole vendicarsi, ecc...
ma su tutti sovrasta la morte che non fa distinzioni...
Titolo: Strokes
Autore: Stefano Pitino
Editore: Zona
Data di Pubblicazione: 2010
ISBN: 8864380760
ISBN-13: 9788864380766
Pagine: 134
Reparto: Narrativa italiana
Samanta Catastini: Traduttrice, esperta in letteratura straniera, studiosa della figura storica di Maria Antonietta e collaboratrice di una rivista letteraria per testi inediti.
La sua passione per i romanzi storici l’ha spinta a intraprendere l’ardua strada della scrittura…
Samanta è stata così gentile da rispondere alle domande di questa intervista.
Ciao Samanta e benvenuta nel blog “Il libro eterno”, ti va di presentarti ai lettori?
Ciao a tutti. Sono principalmente una traduttrice freelance (spagnolo, francese, inglese e portoghese) e per passione mi piace scrivere. Il mio sogno è quello di trasformare la scrittura in primo lavoro, ma è solo un’utopia. Amo gli animali più di ogni altra cosa al mondo, oltre ai libri, si intende!
Cosa significa per te essere scrittrice?
Principalmente è un sogno, una passione che coltivo con cura. Adoro scrivere storie che mi piacerebbe leggere e nelle quali spesso vi è molto di me stessa. Ho una grande curiosità per la storia che mi spinge ad ambientare i miei romanzi in epoche passate. Cerco di evitare l’Inghilterra perché come location la trovo inflazionata e prediligo le località che più conosco come la Spagna, il Portogallo e soprattutto la Francia.
Quali sono i tuoi autori preferiti?
Sarebbero talmente tanti da non saper dove iniziare nell’elencarli. Mi piace il modo di scrivere della Calvetti, perché mi fa provare emozioni che corrispondono alla mia anima. Poi tendo a leggere molto le emergenti….un mondo a cui i lettori dovrebbero imparare ad attingere.
Ci vuoi parlare dei tuoi ultimi lavori?
Il mio ultimo romanzo si intitola “L’uomo di una sera” e l’ho pubblicato con book on demand lulu.com. Siamo nel 1755 e parla di una nobile ragazza veneziana, caduta in disgrazia, che durante un ballo in maschera conosce un famoso libertino che le darà l’opportunità di cambiare vita…non dico altro, altrimenti vi tolgo la curiosità!!!
Da dove prendi l'ispirazione per scrivere i tuoi romanzi?
Non saprei dire perché la mia mente è in continuo fermento. Cammino con il mio cane e penso, guardo gli alberi e immagino altri mondi, altre epoche, altre nazioni…e nascono le storie!
Come mai hai deciso di pubblicare i tuoi lavori con il “print on demand” (stampa su richiesta)?
Questa sarebbe una domanda-romanzo, ma non voglio dilungarmi in sterili discussioni sull’editoria italiana. Dico solo che gli emergenti spesso lo restano a vita e se vengono pubblicati da piccole case editrici sono costretti comunque ad autopromuoversi. Nel nostro paese essere stranieri fa tendenza e spesso vuol dire che hai le capacità, come se noi italiani fossimo tutti degli analfabeti! Per questo ho deciso di controllare le mie vendite direttamente e di non essere di “peso” a nessuno. Ho le mie fan (poche!) che mi consigliano nel migliorarmi e invito sempre a chi legge i miei romanzetti di dirmi quello che non gli è piaciuto, le critiche servono di più dei complimenti! Inoltre questo tipo di stampa mi ha permesso di fare una beneficenza, ossia, 50 centesimi per libro acquistato o scaricato saranno devoluti all’associazione IHP per la tutela e la salvezza di tutti gli equini maltrattati. http://www.horseprotection.it/
dove sono più i download, perché costano davvero poco, degli acquisti cartacei!
Quali sono i tuoi progetti per il futuro?
Ora sto per iniziare un romanzo contemporaneo ambientato a Parigi e il progetto più grande e quello a cui tengo davvero tanto un romanzo storico ambientato nel 1700 a Siena, il cui protagonista sarà un fantino veramente esistito. Le ricerche saranno difficili perché dovrò leggere manoscritti dell’epoca, ma è la parte più bella di questa passione!!
Ti voglio ringraziare per lo spazio che mi ha dedicato
Il 16 maggio 1971 viene trasmessa sul Programma Nazionale (l’odierna Rai Uno) la prima puntata di uno sceneggiato dal titolo “Il Segno del Comando”con Ugo Pagliai e Carla Gravina.
L’alone di mistero e l’ottima prova degli attori decreta il successo dello sceneggiato (in cinque puntate) che conta un ascolto medio di 14.800.000 spettatori.
Negli anni ottanta, Giuseppe D’Agata (scrittore, sceneggiatore e critico d’arte) rielabora la sceneggiatura e ne ricava un romanzo, pubblicato prima dalla Rusconi (1987) e poi dalla Newton Compton Editori.(1994).
Trama
Un giovane docente universitario inglese, Edward Forster, approda a Roma per tenere una conferenza all'ambasciata britannica, su un diario di Lord Byron scoperto da poco e per scoprire il mistero di una piazza misteriosa descritta da Byron durante il suo soggiorno a Roma.
“Sera. Ore 11. piazza con portico, tempio romano e fontana con delfini. Luogo meraviglioso.
Messaggero di pietra. Musica celestiale. Tenebrose presenze.”
Forster ritiene che il luogo sia immaginario, ma un pittore, un certo Marco Tagliaferri, gli ha inviato la fotografia di una piazza che corrisponde alla descrizione di Byron. Recatosi allo studio del pittore in via Margutta, Forster viene accolto dalla modella del Tagliaferri, Lucia, una ragazza dal fascino sfuggente e misterioso che gli dà appuntamento per cena per incontrare il pittore.
Si dirige all’Hotel Galba per prendere una stanza, su consiglio di Lucia. Qui, incontra la direttrice, la signora Giannelli (che però afferma di non conoscerla), ed una sua vecchia fiamma, Olivia, anche lei ospite dell'albergo, col compagno Lester Sullivan, antiquario; poi lo studioso si reca a visitare la mostra presso il ‘British Council Institute’, dove incontra Powell, funzionario dell’ambasciata britannica e la sua giovane segretaria Barbara.
In serata s’incontra con Lucia in piazza di Spagna e dopo aver girato per i vicoli di Trastevere, arrivano alla “Taverna Dell’Angelo” (il luogo d’incontro con il pittore Tagliaferri) ma dopo aver bevuto un bicchiere di vino, Forster si sente male e si sveglia nella sua auto senza la borsa e con il medaglione che indossava Lucia.
Il giorno dopo il professore cerca spiegazioni allo studio del pittore, ma scopre che Marco Tagliaferri è morto da cento anni…
Iniziano così le avventure del professor Forster, tra quadri maledetti, reincarnazioni, assassini spietati, sedute spiritiche e fantasmi. Ma la Roma arcana e notturna che Edward Forster attraversa sarà reale? E la bellezza di Lucia appartiene al sogno o alla realtà?
Recensione
Edward Forster, il protagonista della vicenda, è un professore universitario razionale ed equilibrato che crede solo in quello che vede, nonostante questo viene coinvolto in un intrigo misterioso e ai limiti del paranormale che lo porterà quasi alla pazzia (inquietante la scena di Forster che si guarda allo specchio e si rivede come il pittore Tagliaferri... e lo specchio s'incrina...).
Lucia, la modella del pittore Tagliaferri, è l’ossessione di Forster, è reale o è un fantasma? Sicuramente è il personaggio più enigmatico del romanzo, appare e scompare tra i vicoli di una Roma antica e misteriosa, sempre sfuggente. Nonostante le altre presenze femminili (Olivia, Barbara e la sig.ra Giannelli) Lucia è la protagonista del romanzo, perché ha un ruolo fondamentale nella vicenda ed è sempre presente nei pensieri di Forster.
Sullo sfondo una Roma misteriosa e ricca di fascino...
Il romanzo mi è piaciuto, Giuseppe D’Agata è riuscito a ricreare l’alone di mistero e suspance dello sceneggiato, l’unica differenza è il finale, che spiega molte cose lasciate irrisolte.
Dedicato agli amanti del mistery.
Vi lascio con i titoli di testa, con il professor Forster (Ugo Pagliai) che insegue Lucia (Carla Gravina) tra i vicoli di Roma
Diciotto anni dopo il successo di “Lei/La donna eterna” (She -1887), Henry Rider Haggard decide di scrivere una degna conclusione alle vicende di Ayesha e pubblica “Il ritorno di Ayesha” (Ayesha: The Return of She -1905).
Dove eravamo rimasti…
“Callicrate - balbettò con voce cavernosa, tremante - amor mio, non dimenticarmi! Abbi pietà della mia vergogna. Io non muoio: ritornerò un giorno a te, giovane e bella come ero. È vero; te lo giuro... Addio...amore..”
Con queste parole Ayesha muore dopo aver oltrepassato per la seconda volta la fiamma eterna.
Trama
Leo è disperato per la morte di Ayesha e decide di uccidersi (e con lui il padre adottivo Horace Holly), ma una sera vede la sua amata in una visione (che gli indica la cima di una montagna fatta a forma del Simbolo della Vita) e si convince che è ancora viva e decide di ritrovarla.
Da quel momento sono passati sedici anni ma Leo e Holly non si danno per vinti, la cercano in ogni angolo del pianeta, finché non arrivano in Asia dove due misteriose figure di donne possono essere entrambe l'immortale donna eterna.
In un susseguirsi di avventure, battaglie e colpi di scena, l'azione si svolge fino all'imprevedibile epilogo…
Recensione
Nel romanzo “Lei/La donna eterna”, Ayesha la donna immortale ritrova in Leo la reincarnazione del suo antico amore Callicrate e cerca di donargli la vita eterna, ma Leo/Callicrate non vuole l’immortalità e assiste impotente alla sua morte. Disperato per la sua scomparsa inizia a cercarla per mari e per monti in compagnia di Horace Holly (suo padre adottivo), perché “lei” ha promesso che sarebbe ritornata e ritrovarla è la loro unica ragione di vita…
“Il ritorno di Ayesha” è molto diverso dal primo romanzo perché ci sono meno descrizioni di viaggi (al contrario del primo che descriveva l’Africa e i suoi abitanti in maniera dettagliata), ed è orientato verso il misticismo pagano (la vicenda ruota intorno a simboli esoterici come la Crux Ansata-il Simbolo della Vita presso gli antichi Egizi, reincarnazioni, fuoco della montagna e dèi egiziani)
Si perché ricordiamo che il grande amore di Ayesha, Callicrate, era un sacerdote di Iside e Holly dopo aver parlato con il monaco Kou-en durante il viaggio, fa una interessante considerazione:
“Strana teoria, quella di Kou-en, che Ayesha fosse una divinità dell'antico Egitto di cui Callicrate era Sacerdote, o perlomeno una espressione di quella divinità, e che Amenartas, con cui Callicrate era fuggito, lo avesse sedotto e strappato al voto sacerdotale e che allora la dea si fosse incarnata in Ayesha, o avesse usato Ayesha come strumento della sua vendetta, per colpire insieme i due che l'avevano offesa nella città di Kòr, dove poi il colpo che lei aveva scagliato era rimbalzato sino a ferire lei stessa.”
Holly ha sempre sospettato che l'immortalità di Ayesha avesse un origine soprannaturale ma non sa fino a che punto...
(p.s. le origini della donna eterna vengono descritte nel romanzo "Wisdom's Daughter: The Life and Love Story of She-Who-Must-Be-Obeyed " (1923) inedito in Italia, che è un prequel della vicenda...).
Un’altra differenza fra i due romanzi è l’evoluzione dei personaggi.
Leo non è più il ragazzo immaturo che cerca avventure, la disperazione per la perdita di Ayesha l’ha trasformato in un uomo nuovo, più maturo e determinato, consapevole dei suoi sentimenti verso la donna eterna che vanno oltre la bellezza (e in una scena in particolare dimostrerà tutto il suo amore).
Anche Holly è cambiato, il suo amore per Ayesha non è più terreno ma spirituale.
" io avevo trovato in lei una divinità che ero condannato ad adorare da lontano. Non con i sensi e con la carne, ormai spenti in me, ma, più dolorosamente, con l'essenza che si forma e vive nell'uomo attraverso gli innumerevoli secoli della sua esistenza: con l'anima e con lo spirito."
Solo Ayesha non è cambiata, è sempre irraggiungibile ed eterea...
E' una saga che ho amato molto (e sto cercando anche il prequel in inglese), "Lei/La donna eterna" e "Il ritorno di Ayesha" sono due classici irrinunciabili del fantasy.
"Il mistero della pietra di Leda" è il primo libro della saga di Wingsworld, un fantastico mondo abitato da meravigliose creature.
Leda è una giovane wingson, carina, vivace e intelligente. Come tutte le ragazze, ama passare le giornate a divertirsi con le amiche, correndo dietro al ragazzo più ambito del paese, che non la degna di uno sguardo, e detesta la scuola!!! Ma ciò che aspetta con più ansia è il giorno in cui, finalmente, riceverà il suo medaglione. Un medaglione magico che ricevono tutti i wingson all'età di 17 anni. In ogni medaglione comparirà, al centro del ciondolo dorato, una pietra colorata. Il colore della pietra stabilisce quali strabilianti poteri il wingson, da quel momento, sarà in grado di gestire!
«Questa pietra potrà assumere cinque colori diversi. Ogni colore rappresenta il potere che giace dentro di voi. Non pensate di poter minimamente interferire con il colore che avrà la pietra, non dipende assolutamente da ciò che farete nei prossimi giorni. In queste prime ore in cui il medaglione sarà al vostro petto si nutrirà dei vostri poteri, dunque, il colore che assumerà non è dato al caso, bensì è stabilito dentro di voi dal giorno in cui siete nati.»
Inoltre, con il medaglione, inizieranno a crescere sulla schiena di tutti i wingson delle grandi ali bianche, che permettono loro di volare ad altissima velocità! Finalmente, anche per Leda arriva il grande giorno! Ma non sa ancora che qualcosa sta per accadere... Qualcosa di imprevisto... Qualcosa di inspiegabile... Qualcosa che cambierà la sua vita per sempre.
Recensione
Wingsworld “Il mistero della pietra di Leda” è il romanzo d’esordio di un giovane autore italiano: Francesco Ruccella
Nel romanzo viene descritto un mondo fantastico dove i suoi abitanti (i wingson) sono dotati di ali e di poteri eccezionali grazie ad un medaglione ricevuto all’età di diciassette anni. I poteri derivano dal colore che avrà la pietra e sono solo “cinque”, giallo-rosso-verde-viola e soprattutto blu (il più potente di tutti).
La protagonista è Leda, una ragazza di diciassette anni come tante altre, che si diverte con le sue amiche del cuore Chiara e Vanessa, gira per il paese con il suo dolcissimo Goccia (un anyfly blu) e spera di conquistare il ragazzo più bello della scuola Yuri.
Ma il suo più grande desiderio è ricevere una pietra blu come il padre perché è il potere più potente di tutti (e per il grandissimo affetto che la lega a lui) ma succederà qualcosa di sconvolgente e… non lo dico perché vi consiglio di leggerlo (ne vale la pena).
Il romanzo mi è piaciuto, assolutamente scorrevole e ricco di colpi di scena, con una buona caratterizzazione dei personaggi e un buon ritmo.
Leda non è la classica eroina senza macchia e senza paura, è semplicemente una ragazza con tutti i suoi pregi e difetti, il senso dell’amicizia, l’amore per la famiglia, i primi amori, la competizione con le altre ragazze ecc. tra l’altro l’autore è stato molto bravo a descrivere i pensieri e le azioni di una teenager.
A parte la protagonista mi sono piaciuti Ruby il papà di Leda, Eva la tutor della pietra verde (una tipa tosta e grintosa che riesce a sradicare un intero albero con un solo gesto) e le due amiche del cuore Vanessa (detta anche detective V) e Chiara, totalmente diverse fra loro (una ama circondarsi di bei ragazzi e l’altra vive reclusa in casa) ma sempre pronte ad aiutare Leda nel momento del bisogno.
Tra l’altro mi ha sorpreso il finale (che ovviamente non svelo) perché non è il classico finale stereotipato anzi riserva delle sorprese…
Sul sito http://www.wingsworld.it/ si possono leggere i primi sei capitoli.
Consigliato!
Titolo: Wingsworld. Il mistero della pietra di Leda
Autore: Francesco Ruccella
Editore: Booksprint
Data di Pubblicazione: 2010
ISBN: 8896344824
ISBN-13: 9788896344828
Pagine: 262
Beth Fantaskey, autrice dei "Promessi Vampiri/Jessica's guide to dating on the dark side" (potete trovare la mia recensione qui) e “Jekel Loves Hyde” (inedito in Italia), è una professoressa universitaria, la cui più grande paura (stando alla sua biografia) è parlare in pubblico, seconda solo a quella di volare.
Ama molto viaggiare (probabilmente non in aereo) e ha passato un periodo della sua vita in India, abbracciando un progetto di difesa dei diritti umani.
Beth è stata così gentile da rispondere alle domande di questa intervista.
Benvenuta nel mio blog, Beth. Puoi raccontarci qualcosa di te? Welcome to my blog, Beth. Can you tell us something about yourself?
Sono una scrittrice a tempo pieno – scrivo di tutto, dai romanzi ai discorsi – nello stesso tempo sono una professoressa part-time al Susquehanna University in Pennsylvania, e madre di due bambine che non hanno ancora il permesso di leggere i miei libri!
I’m a full-time writer – everything from novels to speeches – as well as a part-time professor at Susquehanna University in Pennsylvania, and the mother of two little girls who aren’t allowed to read my books yet!
Quando hai deciso di diventare una scrittrice?
When did you decide to become a writer ?
In realtà, non l’ho proprio deciso. Quando mi sono laureata, non avevo prospettive di lavoro, così quando un amico mi ha informato che un ufficio di pubbliche relazioni stava assumendo degli scrittori, ho fatto domanda di assunzione. Quando ho consegnato la mia prova scritta, l’uomo che sarebbe diventato il mio capo mi ha detto “Lo sai che sei una scrittrice, vero?” Sono stata assunta ed è quello che ho fatto da allora – grazie al cielo!
Actually, I didn’t really decide. When I graduated from college, I had no job prospects, so when a friend mentioned that a public relations office was hiring writers, I applied. When I turned in my writing sample, the man who would become my boss said, “You know you’re a writer, right?” I got hired on the spot, and that’s what I’ve done ever since – thank goodness!
Quali sono i tuoi libri e autori preferiti?
What are your favorite books and authors?
Sono una grandissima fan dei classici – in particolar modo dei romanzi di Jane Austen e Charles Dickens. Dickens è indubbiamente il mio autore preferito. Il mio libro preferito, però, è il Conte di Montecristo di Dumas. Comprende tutto, l’umorismo, le avventure e un tenebroso, divertente e carismatico eroe. Adoro quel romanzo!
I am a huge fan of the classics – especially anything by Jane Austen and Charles Dickens. Dickens is definitely my favorite author. My favorite book, though, is The Count of Monte Cristo by Dumas. It’s got everything – humor, adventure and a dark, funny, charismatic hero. I love that novel!
Puoi dirci qualcosa sul tuo romanzo i “Promessi Vampiri”? E’ l’inizio di una serie?
Can you tell us a little about your novel, "Jessica's guide to dating on the dark side"? Is this the beginning of a series?
Ne i “promessi vampiri” si narra di una normale – razionale adolescente americana che scopre di essere una principessa vampira dalla nascita, e destinata a sposare un principe di un clan rivale che è apparso sulla soglia di casa nei panni di uno studente straniero. Se Jessica non sposa Lucius all’età di diciotto anni, adempiendo al patto firmato alla loro nascita, inizierà una guerra fra vampiri di proporzioni mondiali.
Anche se non ho pianificato una serie completa, sto scrivendo il seguito proprio adesso. Si chiama “Jessica Rules the Dark Side” e uscirà negli Stati Uniti il prossimo autunno (2011). Jessica’s Guide is about an average, rational American teenager who discovers that she is a vampire princess by birth, and destined to marry a rival clan’s prince, who has shown up on her doorstep in the guise of a foreign exchange student. If Jessica doesn’t marry Lucius at age 18, fulfilling a pact signed at their births, a global vampire war will start. Although I don’t have a full series planned, I am writing the sequel right now. It’s called Jessica Rules the Dark Side, and it will be released in the U.S. next fall (2011).
Perché hai scelto di scrivere romanzi sui vampiri? Why did you choose to write about vampires?
All’inizio ho immaginato i “Promessi Vampiri” come una storia di adozione. Volevo scrivere una storia su una ragazza razionale e con i piedi per terra, che scopre che i suoi veri genitori erano diversi da qualsiasi cosa avesse immaginato – e come questo sconvolge il suo mondo.
Ho deciso di far diventare vampiri i genitori di Jessica perché sono molto vicini agli “umani” in termini di aspetto e abitudini, ma sono anche “mostri”. Avevo bisogno di scegliere esseri che erano quasi credibili, ma ancora lontani dalla normalità per far dire a Jessica: "No ... questo è impossibile ..." I primarily envisioned Jessica’s Guide as an adoption story. I wanted to write about a grounded, logical girl who discovers that her birth parents were different from anything she could have imagined – and how that rocks her world. I decided to make Jess’s birth parents vampires because they are very close to “human” in terms of appearance and habits, but “monsters,” too. I needed to choose beings who were almost believable, but still far enough outside the norm to make Jessica say, “No… that’s impossible…”
Quali sono i tuoi progetti futuri? Ci sono alcuni progetti su cui stai lavorando?
What are your future plans? Do you have any other projects you're currently working on?
Come ho detto, sto scrivendo il sequel dei “Promessi Vampiri”, e ho iniziato un quarto YA romantico con un diverso tipo d’intreccio paranormale. Ma è troppo presto per rivelare di più adesso. Cercami su Twitter, Facebook o il mio sito web, bethfantaskey.com, se vuoi gli aggiornamenti!
As I noted, I’m writing the sequel to Jessica’s Guide, and I’ve started a fourth YA romance with a different kind of paranormal twist. But it’s too soon to reveal more right now. Check in with me on Twitter, Facebook or my website, bethfantaskey.com, if you want updates!
Beth, ti ringrazio per il tempo speso con noi. Vuoi dire qualcosa ai tuoi lettori? Beth, thank you for spending some time with us! Is there anything you’d like to say to your readers?
Vi ringrazio per il sostegno nel mio lavoro, per l’amicizia con me online e di persona agli incontri letterari, ecc. La parte più bella di essere una scrittrice è stata incontrare tante persone meravigliose. È fantastico, vi ringrazio! Thank you for supporting my work and befriending me on-line and in person at book signings, etc. The best part of being an author has been meeting so many wonderful people. It’s fantastic, so thank you!
Teresa Di Gaetano è diplomata in Giornalismo Radiotelevisivo ed ha collaborato per diverse testate giornalistiche.
Nel Novembre 2003 ha pubblicato la prima raccolta per ragazzi “Bubble, Bubble! Dodici racconti” insignita da vari riconoscimenti ai premi letterari. Alcuni suoi racconti sono apparsi nelle antologie dei premi.
Nel gennaio 2006 presso la Casa editrice Montedit è uscita una seconda raccolta “Conchiglia… e altri racconti”, mentre nel febbraio 2007 ha pubblicato per la stessa Casa editrice il suo romanzo di esordio “La bambola di vetro” (potete trovare la mia recensione qui) Ha già scritto il primo volume della saga fantasy: “La sabbia delle streghe – La leggenda di Primrose”. E per ora sta scrivendo il secondo libro che si intitola “La sabbia delle streghe - Alla ricerca dei ricordi”.
Teresa è stata così gentile da rispondere alle domande di questa intervista.
Ciao Teresa e benvenuta nel blog “il libro eterno”, ti va di presentarti ai lettori?
Ciao e Buongiorno a tutti i lettori di questo bellissimo blog. Come hai ben affermato tu, sono Teresa Di Gaetano e sono una giornalista, oltre che un’aspirante scrittrice. Il mio sogno di diventare una scrittrice è nato quasi con me, nel senso che fin da piccola avevo una naturale propensione per la scrittura e per raccontare storie che non esistevano nella realtà. Quindi, praticamente da subito. Del resto questa passione, in genere, nasce in tenera età. Il momento preciso però, quando ho iniziato a sognare di intraprendere questa carriera, è stato grazie ad un tema assegnato da svolgere in casa. Era un tema di fantasia, il mio campo, ed io non ho esitato a “sfoderarla”. Il tema è stato letto ad un ristretto pubblico, in casa, ed ho provato quanto fosse bello far conoscere le proprie storie agli altri. Così da allora ho iniziato a sognare di diventare una scrittrice. Sentivo che dentro avevo tante storie che dovevano essere raccontate e che solo la mia penna poteva dare loro forma sul foglio. In seguito, mi sono cimentata a scrivere un breve giallo, a tenere un diario personale per esercitarmi nella scrittura, ed ho scribacchiato qualche poesie (ma sono solo brevi componimenti). Poi, finalmente, ho spiccato il volo: ho iniziato ad annotare su di un quadernetto i primi brevi racconti e sui foglietti trovati per caso le prime idee di trame di romanzi. Oggi ho una vasta raccolta di idee: potrei scrivere libri senza darne un numero ben preciso. In realtà, scrivendo i primi libri, mi sono accorta che non è poi così immediato scriverli come sembra!
Sei una giornalista e scrittrice, com’è nata la tua passione per la scrittura?
Bè… il giornalismo è venuto molti anni dopo la mia passione per la scrittura. E precisamente nel 2000. Mia madre trovò sulla bacheca della sua scuola un bando dove in una scuola di giornalismo cercavano allievi. Ed ha pensato subito di propormi di frequentarla, perché mi vedeva appropriata nei panni della giornalista televisiva. Ho iniziato scetticamente però: non volevo discostarmi dalla mia pura passione per la scrittura. Invece, col tempo ho avuto modo di ricredermi. Giornalismo e scrittura sono due binomi che vanno di pari passo. Molti scrittori sono anche giornalisti e viceversa, anche se non sempre tutti hanno intrapreso entrambe le carriere. Mi spiego: alcuni famosi scrittori, trovando riscontro nella scrittura, hanno abbandonato il giornalismo. Come nel caso dello scrittore Italo Calvino. Lui si sentiva decisamente più propenso per la narrativa, eppure si cimentò nel giornalismo. Anche Dino Buzzati era scrittore e giornalista. Ma noi lo conosciamo soprattutto come scrittore. Comunque, il giornalismo per chi scrive aiuta moltissimo: incontri persone che ti raccontano una storia, quindi umanamente stabilisci un contatto non soltanto per chi scrivi, ma anche di chi scrivi. Ne consegue un notevole quanto non indifferente arricchimento del bagaglio culturale.
Quali sono i tuoi autori preferiti?
Non ho un autore preferito, ho dei libri preferiti. E qui l’elenco sarebbe troppo lungo da riportare. Si può, allora, parlare a quale autore mi sento più affine, più vicina. Bè… in questo caso senza ombra di dubbio sono: Jean Paul Sarte e Fedor Dostoevjiski. Senza voler fare letteratura (non entro nel merito), in entrambi questi autori ho notato che mettono al centro delle loro storie i sentimenti. E per me, per i miei scritti, sono una componente davvero essenziale. Li descrivono bene, regalando ai personaggi spessore emotivo e, quindi, veridicità alla storia stessa.
Vuoi parlarci del tuo romanzo “La bambola di vetro”?
“La bambola di vetro” nasce dalla esigenza che allora avevo di mettere per iscritto i miei pensieri, le mie idee, in forma di romanzo. Infatti, si può definire a tutti gli effetti un romanzo, oltre che fantasy, filosofico. Il mio intento era dar voce ai personaggi, ai loro dolori più intimi per metterli in scena e rappresentare un vero e proprio dramma. Quello del dolore. Tutti i miei personaggi, infatti, dentro di loro, portano una sofferenza a cui ho dato voce, non con le semplici lacrime, ma con riflessioni accurate sull’esistenza. Ne conseguenze che ad ogni personaggio ho affidato il preciso compito di raccontare di sé. E così scopriamo che il vecchio Thomas Seward è uno scrittore perché lo dice lui stesso al ragazzo. Scopriamo che Reinhold è un sognatore, che desidera vivere avventure, perché è lui stesso che alla stazione di Walbank pensa a queste cose. Anche se il libro è raccontato in terza persona, è comunque ricchissimo non solo di pensieri dei personaggi, ma anche di dialoghi.
Cioè ho curato molto la parte dialogata, non mi sono soffermata a fare una pedissequa biografia del personaggio ogni volta che lo presentavo. Un po’ come nei film: conosci un personaggio perché lo vedi, perché è lui che ti racconta chi è, da come parla, da cosa dice, da come si veste. Tutto questo per dare paradossalmente veridicità alla storia, anche se poi è un fantasy a tutti gli effetti. Inoltre, col sistema dialogico, ho ricuperato l’antica quanto attuale usanza della narrazione orale, secondo il gusto classico: nell’antica Grecia e non solo erano i cantori, i cantastorie, che permettevano la diffusione delle storie nelle città. Conosciamo infatti la storia di Virgina perché viene appunto raccontata man mano dai personaggi. E la storia passata, quella che non c’è più, ma c’è stata, riprende vita grazie al loro racconto.
Che metodo di lavoro hai seguito per scrivere il romanzo?
Il romanzo avrebbe dovuto far parte della raccolta “Bubble, bubble! Dodici racconti”. Era un romanzo che avevo iniziato a scrivere subito dopo la stesura del primo volume della mia saga fantasy (La sabbia delle streghe, la leggenda di Primrose). Ma solo nel 2003, anno in cui è uscita la mia prima raccolta di racconti, mi sono decisa finalmente a completarlo. Bè… in genere per scrivere un libro parto da un’idea che ho pensato prima e che ho annotato in un foglio. Quando inizio a scriverlo, quindi, non ho tutto predisposto, perché non ho deciso nulla in anticipo. Solo man mano, quando la storia prende forma, allora inizio a decidere le sorti dei personaggi, perché proprio allora la storia mi suggerisce idee e soluzioni. Quindi, inizio con questa massa informe, inseguo questa idea (anche se a volte me ne discosto ed anche a malincuore) e la storia ha inizio, prende forma. E’ chiaro che svolgono un ruolo chiave sia le esperienze che ho vissuto, sia le letture che ho fatto. Credo che sia una buona tecnica perché permette di creare la suspence nello scritto, che non è solo mia, ma soprattutto di chi legge. In un certo qual senso mi pongo come lettrice-scrittrice…
Come giudichi il panorama del fantasy in Italia?
Ricchissimo! Molti autori si cimentano a scrivere fantasy, questo vuol dire che c’è molta più voglia di evasione, di avventura, di fantasia. Infatti, ognuno rielabora questo genere a suo piacimento, il che permette, senza ombra di dubbio, di farlo spaziare, di renderlo “senza confini”. Comunque, sono dell’avviso, che è necessario partire da chi ci ha preceduti. Leggere libri fantasy aiuta a far spaziare l’immaginazione. Negli ultimi due anni, infatti, ho cercato di leggere libri di questo genere.
Per ora sto appunto leggendo “Le cronache di Narnia” di C. S. Lewis. Sono davvero colpita non solo della bellezza dei questi libri, ma anche dell’immensa immaginazione dell’autore. Credo che chiunque si cimenti a scrivere fantasy dovrebbe leggere questi testi, perché hanno davvero tantissimo da insegnare!
Hai pubblicato il tuo romanzo con la Montedit, come ti sei trovata con questa casa editrice?
Molto bene. Lo dimostra che la mia Casa editrice è arrivata finalista ne il premio “Sole 24 ore” per i portali internet che gestisce, e precisamente quello sui poeti e quello sugli scrittori.
Quali sono i tuoi progetti per il futuro?
Mentre attendo di veder pubblicato il primo volume della mia saga fantasy (La sabbia delle streghe – La leggenda di Primrose), ho “allestito” un blog dedicato tutto sulle curiosità della saga (http://lasabbiadellestreghe.blogspot.com/) e continuo a lavorare sul secondo libro della saga (La sabbia delle streghe – Alla ricerca dei ricordi) che è davvero un volumone (ci voglio solo due raccoglitori per la prima e la seconda parte… e la terza? Dove la metterò? In un altro raccoglitore, ovviamente!)! E poi spero di completare altri libri che ho lasciato in sospeso, continuando ad aggiornare il mio amato blog personale (http://teresadigaetano.wordpress.com/ ).
Grazie Terry, vi lascio con il booktrailer de "la bambola di vetro"
Com’è morto Antinoo (il favorito dell’Imperatore Adriano)?
E’ stata una disgrazia o un omicidio?
Se è stato un omicidio chi è l’assassino?
Un nemico del regno o Adriano stesso, come sacrificio agli dèi?
Stando a quanto scrive Adriano nella sua autobiografia, nell'ottobre dell'anno 130, durante un viaggio in Egitto "Antinoo affogò nel Nilo" e dopo la sua morte, ossessionato dal suo ricordo, modificò il nome delle stelle, eresse una città a suo nome (Antinoupolis) e invase l'impero di innumerevoli statue e templi in suo onore divinizzandolo.
Ma vari biografi hanno sollevato dubbi riguardo alla sua morte e hanno ipotizzato il suicidio o l’omicidio.
Lo storico greco Cassio Dione Cocceiano nella sua “storia romana”, insinuava che Antinoo fosse stato sacrificato o si fosse volontariamente offerto in sacrificio, perché qualcuno gli aveva dichiarato che soltanto la sua volontaria morte avrebbe salvato la vita all’imperatore.
Elio Sparziano, storico romano vissuto tra il IV ed il V secolo e tra i compilatori della Historia Augusta, ipotizzava l’omicidio; purtroppo non abbiamo informazioni su di lui, sappiamo solo che era uno storico al servizio di Diocleziano.
Ben Pastor (scrittrice italiana naturalizzata statunitense) gli ha dato una nuova vita e lo ha reso protagonista di una serie di gialli storici, ambientati nel quarto secolo d.C.
“Il ladro d’acqua” è la sua prima indagine.
Trama
Elio Sparziano, comandante di un reggimento per l’imperatore Diocleziano e amante della storia, deve redigere la biografia di “coloro che furono chiamati col nome di Caesar, Princeps o Augustus” e soprattutto deve scoprire com’è morto il leggendario Antinoo, il favorito dell’imperatore Adriano, affogato misteriosamente nel Nilo, quasi due secoli prima.
Su incarico dell’imperatore, Elio raggiunge l'Egitto per scoprire la verità e nel corso dell’inchiesta ritrova un lontano amore, la seducente Anubina, ma affronta anche gravi pericoli, rischiando perfino la vita...
Recensione
La morte di Antinoo è un mistero insoluto da secoli e mi è piaciuta l’idea di ambientare la vicenda due secoli dopo la sua scomparsa e con un protagonista realmente esistito (non è improbabile che il vero Elio Sparziano per redigere la biografia di Adriano, si sia spostato da un paese all’altro per cercare notizie dell’imperatore).
Le descrizioni dei luoghi sono molto accurate, prima in Egitto ad Antinopoli e dopo a Roma e Tivoli nella famosa villa Adriana.
L’intreccio storico è davvero coinvolgente (tra realtà storiche e inventate) e procede per gradi, senza fretta, come un mosaico in cui ogni tassello si incastra al punto giusto.
Devo ammettere che è stato un vero piacere leggerlo.
Come si fa a non amare la storia con un romanzo come “il ladro d’acqua” ?
Titolo: Il ladro d'acqua
Autore: Ben Pastor
Traduttore: Bonini P.
Editore: Sperling & Kupfer
Collana: Paperback
Data di Pubblicazione: 2010
ISBN: 8860616646
ISBN-13: 9788860616647
È ancora attuale Pavese oggi? I suoi libri sono sempre significativi? E se sì, che cosa trasmettono? In questo viaggio all'interno di cinque opere dello scrittore piemontese, la raccolta di saggi affronta alcune problematiche proprie del vivere moderno, come ad esempio la ricerca della propria identità, il disincanto degli affetti, il rapporto tra i sessi, ma anche le trasformazioni ideologiche e le asperità linguistiche che interessano chi affronta la letteratura pavesiana. Uno studio, questo, che si rifà al metodo narratologico e alla critica testuale, corredato da una fredda passione verso l'autore delle Langhe divenuto nel tempo un classico del XX secolo letterario. Per descriverlo, potremmo usare le sue stesse parole: "Tutto accogli e scruti / e respingi da te / come il mare".
L’autrice
Jacqueline Spaccini è nata in Francia e insegna lingua e letteratura italiana all'università di Caen, in Normandia. Come traduttrice ha pubblicato, tra l'altro, un libro tradotto dal croato (Né sogno né cigno, 1999) e uno dal francese (La Ripudiata, 2001).
Ha lavorato come free-lance e pubblicato vari racconti.
Ultimamente, ha curato una raccolta di testi dedicati all'opera di Massimo Bontempelli (2008) e pubblicato un saggio sui rapporti tra letteratura contemporanea e pittura (Sotto la protezione di Artemide Diana, 2009).
Dal 2009 fa parte della Compagnia Internazionale delle Poete, fondata da Mia Lecomte.
Con il saggio “Aveva il viso di pietra scolpita.” ha vinto il Premio Speciale Saggistica Cesare Pavese 2010
Titolo: Aveva il viso di pietra scolpita. Cinque saggi sull'opera di Cesare Pavese
Autore: Jacqueline Spaccini
Editore: Aracne
Data di Pubblicazione: 2010
ISBN: 885483226X
ISBN-13: 9788854832268