giovedì 1 luglio 2010

“Il Libro Eterno” intervista: Luca Filippi

Luca Filippi è nato a Roma nel 1976.
Dopo gli studi classici ha conseguito la laurea in Medicina e Chirurgia.
Collabora con il webpress Milanonera.com e con il portale l(')abile traccia. Scrive recensioni e interviste sul suo blog
Ha pubblicato alcuni racconti in antologie (Giulio Perrone editore, Albus edizioni) e per Leone Editore ha pubblicato il cortoromanzo "I diavoli della Zisa" (potete trovare la mia recensione qui) e il romanzo storico "L'arcano della Papessa - Intrigo alla corte dei Borgia.

Luca è stato così gentile da rispondere alle domande di questa intervista.

Ciao Luca e benvenuto nel blog “il libro eterno”, ti va di presentarti ai lettori?

Innanzi tutto, grazie dell’occasione di poter entrare in contatto con gli amici del blog “il libro eterno”. Ho 34 anni, sono un medico. La passione per la lettura è una costante della mia vita. Ho cominciato presto e ho sempre trovato il tempo di leggere, è un’esigenza imprescindibile. Leggere significa evadere dal quotidiano, coltivare i sogni e arricchire l’anima. Spero di trasmettere questa grande passione ai miei figli. La scrittura è venuta dopo. Ho scritto molto durante l’adolescenza, spesso si trattava di storie “strappalacrime” o molto cruente. Componevo di getto e propinavo le mie “creature” ad amici e parenti. Poi, verso la fine del liceo, è subentrato un lungo periodo di inattività letteraria. Assorbito completamente dagli studi, dalla professione, non ho scritto più niente per molti anni. Un paio d’anni fa, è riemersa la passione per la scrittura e si è concretizzata in qualche racconto e nei romanzi pubblicati dalla Leone editore.


Vuoi parlarci del tuo romanzo “L’Arcano della Papessa”?

E’ un giallo storico, ambientato nella Roma del Cinquecento. Il protagonista è un medico, Tiberio di Castro, piovuto dalla campagna viterbese nella Città santa, allora come oggi brulicante di vita, di eccessi e contraddizioni. Il medico riceve un insolito incarico: deve indagare sull’omicidio di un prete, don Lucio, segretario particolare del giovane Alessandro Farnese, da poco nominato cardinale da Alessandro VI. Tiberio intraprende la sua investigazione, entrando in contatto con la torbida realtà della corte pontificia, e con gli intrighi delle donne del papa. Per smascherare l’assassino, Tiberio dovrà fare i conti con una setta neopagana, sopravvissuta nei secoli, e capeggiata dalla misteriosa figura della Papessa.


Come mai hai deciso di ambientare il tuo romanzo alla corte dei Borgia?

I Borgia mi hanno sempre affascinato. Sono partiti da lontano, dalla piccola nobiltà del Regno di Valenza, e hanno dato al soglio di Pietro ben due pontefici: Callisto III e Alessandro VI. Quest’ultimo era un uomo colto, di robusti e terreni appetiti. Ebbe numerose amanti, tra cui la splendida Giulia Farnese, e una specie di consorte morganatica, Vannozza Cattanei, che gli diede quattro figli. Lucrezia Borgia, dipinta dalla propaganda antipapale come donna incestuosa e avvelenatrice, fu probabilmente una vittima delle ambizioni del padre e del fratello Cesare. Più intelligente che bella, fu una delle donne più importanti del secolo Decimo Quinto. Educata in un ambiente libertino e privo di pregiudizi, divenne un’integerrima madre di famiglia e un’irreprensibile consorte quando, in terze nozze, andò in sposa all’erede del Ducato di Ferrara.


Quanto tempo hai dedicato al lavoro di “ricostruzione storica” all’interno della trama? Hai effettuato delle ricerche?

Il lavoro di ricostruzione storica è durato quasi un anno. In parte ha preceduto la stesura del romanzo. Mentre scrivevo, tuttavia, ho dovuto svolgere ulteriori ricerche per entrare meglio nello spirito del tempo e per non cadere in grossolani anacronismi. Ho visitato i luoghi della storia: la seconda parte del romanzo è infatti ambientata a Bassanello (oggi Vasanello), feudo degli Orsini. Nella piazza del paese campeggia tutt’ora il castello Orsini, dove dimorarono Adriana de Mila Orsini, cugina di Alessandro VI, e Giulia Farnese.


Quanto tempo dedichi di solito alla scrittura? Hai dei rituali che segui o delle manie quando scrivi?

Non esiste un tempo definito. Diciamo che, se ho qualche buona idea in testa, stendo una scaletta e fisso i punti fondamentali del racconto. Se la scaletta mi convince, comincio a scrivere, con una certa costanza. Anche solo mezz’ora al giorno, anche due righe, ma cerco di mantenere il ritmo. Una volta che la prima stesura è compiuta, la lascio decantare qualche settimana. Poi la riprendo e comincio il “labor limae”. Se non ho nessuna buona idea, mi dedico alla lettura oppure rivedo i testi che ho già scritto.


Quali sono i tuoi scrittori di riferimento?

Le mie letture sono spesso disordinate e dettate dal gusto del momento. Sicuramente, tra gli autori italiani, il mio riferimento è Giulio Leoni, autore di splendidi romanzi storici. Leoni sa creare storie bellissime e ha una prosa intensamente evocativa. Tra i suoi romanzi, il mio preferito resta “E trentuno con la morte” ambientato a Fiume, durante l’impresa dei legionari.
Bravissima anche Danila Comastri Montanari, di cui ammiro la capacità di creare intrecci gialli dal meccanismo perfetto.
Tra gli autori stranieri, non posso non citare il francese Jean-Christophe Grangè, autore del celebre romanzo “I Fiumi di Porpora”, di cui si può apprezzare anche un’ottima trasposizione cinematografica. Il suo stile e la sua abilità nel creare e caratterizzare i personaggi, specie quelli femminili, sono veramente incomparabili.


Hai pubblicato il tuo romanzo con la Leone Editore, come ti sei trovato con questa casa editrice?

L’incontro con la Leone è stato un colpo di fortuna. Ho mandato in lettura il manoscritto quando la casa editrice era ancora agli inizi e non aveva ancora una collana. Nel giro di qualche mese, sono stato contattato dall’editore, Antonio Leone, e mi è stato proposto un contratto di edizione. Da allora, la casa editrice ha fatto passi da gigante in termini di promozione e di distribuzione, ma anche nella selezione e nella cura dei testi che propone.


Quali sono i tuoi progetti per il futuro?

Con il team della Leone stiamo lavorando al “sequel” de “L’arcano della Papessa”. Sempre ambientato a Roma nel Cinquecento, il romanzo vedrà Tiberio di Castro alle prese con un assassino che colpisce nei quartieri ebraici della città. Tiberio, per risolvere il caso, si avvarrà della consulenza della nobile Caterina Sforza, una delle più grandi alchimiste del Rinascimento, all’epoca prigioniera dei Borgia nel palazzo del Belvedere. Sullo sfondo, la tormentata vicenda di amore/odio tra Caterina Sforza e Cesare Borgia.

Grazie Luca, questo è il booktrailer de "L'arcano della Papessa"



Autore: Luca Filippi
Titolo: L'arcano della Papessa - Intrigo alla corte dei Borgia
Collana: Orme
ISBN: 978-88-6393-015-3

2 commenti:

  1. Roma e il '500. La nostra storia. Un vivere dimenticato nel tempo, ma che forse ha ancora qualcosa da insegnarci. Autorevole intervista.

    RispondiElimina
  2. Grazie a Ivana per l'intervista!
    @FREB:sono d'accordo con te... a volte scavare nel nostro passato, anche remoto, può aiutare a capire meglio il presente e le sue dinamiche. Specie quelle immutabili, legate al potere.
    A presto!

    RispondiElimina