giovedì 1 ottobre 2015

Il leopardo delle nevi di Peter Matthiessen

Nella primavera del 1972, Peter Matthiessen si imbatte a New York nel celebre naturalista e zoologo George Schaller, che gli avanza subito una proposta: unirsi a lui, nell’autunno dell’anno successivo, per una spedizione fino al Nepal nordoccidentale, vicino alla frontiera tibetana, dove non è raro avvistare il più bello e più affascinante dei grandi felini: il leopardo delle nevi, il mitico animale di cui tutti parlano e che nell’ultimo quarto di secolo solo due occidentali, tra cui Schaller stesso, hanno visto davvero. L’idea di visitare il Nepal, di approssimarsi passo passo alla più imponente catena montuosa del mondo, di arrivare alla Montagna di Cristallo e andare alla ricerca di una leggendaria creatura, è così allettante per Matthiessen che, il giorno di settembre del 1973 fissato per l’appuntamento con Schaller, si presenta puntualissimo, e perfettamente equipaggiato per la spedizione, all’albergo di Katmandu prescelto.
Pubblicato per la prima volta nel 1978, Il leopardo delle nevi è considerato da allora non soltanto uno dei grandi libri di viaggio di sempre.

Il mio commento

Il viaggio è un tema molto caro all’uomo; spesso è solo un pretesto per cercare qualcosa che va oltre le apparenze e penetra nel profondo. Una ricerca interiore.
Il bel romanzo di Matthiesen rappresenta tutto questo: un viaggio alla ricerca di se stessi.
Ogni lettore che inizia un nuovo libro viaggia nella mente dell’autore, in questo caso si tratta di un cammino avventuroso tra le montagne del Tibet alla ricerca delle pecore azzurre e del leopardo delle nevi, un animale quasi “mitico” che appare raramente.
La sua faticosa ricerca è anche un momento di riflessione sulla vita e la morte, infatti l’animo del protagonista è devastato dalla dipartita della sua giovane moglie avvenuta qualche mese prima a causa di un cancro. E dato che la narrazione è in prima persona, scopriamo tanti particolari della sua vita coniugale, soprattutto i rimpianti per il pessimo comportamento nei suoi confronti; troppo perfetta per lui…

All’estero “il leopardo delle nevi” è considerato un cult tra i libri di viaggio e sinceramente non mi stupisce.
Mi è piaciuto molto ma non è una lettura semplice, è molto impegnativo ma affascinante. Mi hanno colpito le descrizioni sugli usi e costumi dei vari villaggi del Nepal e le varie religioni professate: buddista, induista, ecc.
Tra i vari personaggi descritti, sicuramente un posto d’onore lo merita il portatore Sherpa Tukten, un uomo schivo, attaccabrighe, eppure legato al protagonista da un’amicizia sincera (eppure interagiscono pochissimo tra loro). Tanto diversi ma alla fine molto simili, quasi un doppio.
Sicuramente è il personaggio più enigmatico del romanzo.

Lo consiglio agli appassionati del genere.


L'autore

Peter Matthiessen, naturalista, esploratore, narratore, è nato a New York nel 1927 ed è morto a
Sagaponack il 5 aprile 2014. Negli anni Cinquanta è stato cofondatore della Paris Review. Le sue numerose spedizioni nelle aree più selvagge del mondo l’hanno condotto in Alaska, Asia, Australia, Oceania, Africa, Nuova Guinea e Nepal, memorabilmente descritti nei suoi libri: The Cloud Forest, Under the Mountain Wall, Blue Meridian, Killing Mr. Watson, At play in the Fields of the Lord, e, soprattutto, Il leopardo delle nevi.

Titolo: Il leopardo delle nevi
Traduttore: Franconeri F.
Editore: BEAT
Collana: BEAT
Data di Pubblicazione: Maggio 2015
ISBN: 8865591331
ISBN-13: 9788865591338
Pagine: 347
Prezzo: €. 9,00

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