venerdì 29 ottobre 2010

Memorie dalla casa dei morti - Fëdor Mikhailovič Dostoevskij



Durante un viaggio in Siberia, il narratore incontra Aleksandr Petrovič Gorjančikov, un nobile russo che ha passato dieci anni in carcere per aver ucciso la moglie.
Molto istruito e di poche parole, Gorjančikov insegna la lingua francese ai figli di un vecchio funzionario. Il giovane cerca di instaurare un rapporto di amicizia con lui, ma gli anni di carcere lo hanno reso misantropo e sfuggente con tutti.
Durante l’autunno l’ex carcerato muore e viene alla luce un quaderno, una cronaca dei dieci anni passati ai lavori forzati…

Recensione

“Ecco il mio porto, per molti, lunghi anni, il cantuccio nel quale debbo vivere con tante sensazioni dolorose, incerte… E chi sa? Forse – quando, dopo molti anni, dovrò lasciarlo – lo rimpiangerò!...”

Per tutti quelli che non conoscono la storia dell’autore russo, il romanzo può sembrare solo la testimonianza di un detenuto che ha passato dieci anni in carcere, ma se consideriamo che il detenuto Gorjančikov e Dostoevskij sono la stessa persona, il discorso cambia…
Il 23 Aprile 1849 Dostoevskij viene arrestato dalla polizia zarista per “partecipazione a società segreta con scopi sovversivi” e dopo otto mesi di reclusione viene condannato a morte. Graziato sul patibolo un attimo prima di morire, viene condannato a quattro anni di lavori forzati in Siberia, a Omsk.
Da questa esperienza nasce “Memorie dalla casa dei morti” che è la cronaca fedele dei quattro anni di deportazione.

L’autore descrive nei minimi particolari la vita dei forzati, le punizioni subite (dolorosissime e alcune volte letali, prima di entrare in carcere vengono picchiati con le verghe, tanti colpi in base al crimine commesso), i rapporti con gli altri detenuti, la distinzione fra nobili e plebei (i forzati odiano i nobili che hanno avuto una vita agiata e cercano ogni pretesto per rendere la loro detenzione insopportabile) e soprattutto le loro storie, tutte diverse tra loro…

“C’erano là degli assassini per caso e degli assassini di mestiere, dei briganti e dei capi briganti. V’erano dei semplici ladruncoli e dei ladri maestri nel trovar denaro addosso ai passanti o sulle tavole. Ve ne era di quelli per i quali era difficile poter decidere a qual motivo dovevano di trovarsi là. E intanto ognuno aveva la sua storia, confusa e penosa… “

Dostoevskij si rende conto che ogni carcerato ha una sua storia, che non sono tutti “mostri” senza cuore, che ci sono tante realtà diverse e anche delle brave persone, come il bellissimo Alej, un ragazzo buono e rispettoso che ha partecipato ad una rapina solo per obbedire ai fratelli più grandi, o Sušilov, un semplice contrabbandiere che per ingenuità ha scambiato la propria identità con un altro detenuto e si è ritrovato a scontare una pena molto più grave e più severa…

Sicuramente non è un romanzo di narrativa, ma un libro “denuncia”, una testimonianza talmente cruda e reale delle condizioni in cui vivono i detenuti, che ha influenzato la riforma giudiziaria dello zar Alessandro II, e ha entusiasmato autori come Lev Tolstoj e Ivan Turgenev (che ha paragonato la vita carceraria ad un girone dell'inferno dantesco).

Nonostante la lettura impegnativa, il romanzo mi è piaciuto, Dostoevskij riesce a rendere appassionante e avvincente anche una cronaca carceraria. A parte la splendida analisi psicologica dei detenuti è interessante notare che tutti i personaggi che popolano il romanzo, alludono ai protagonisti delle opere successive dell’autore russo (Raskolnikov di Delitto e Castigo su tutti).

Vi lascio con l’ultima frase del romanzo, l’unico scopo che accomuna tutti i detenuti della casa morta: la libertà e la risurrezione alla vita…

"La libertà, una vita nuova, la risurrezione dai morti... E' un momento magnifico"

Titolo: Memorie dalla casa dei morti
Autore: Fëdor Mikhailovič Dostoevskij
Traduttore: Carafa D'Andria E.
Editore: Newton & Compton
Collana: Biblioteca economica Newton
ISBN: 8881831597
ISBN-13: 9788881831593

2 commenti:

  1. La tua recensione mi ha fatto venire voglia di riprenderlo in mano: sono anni che lo tengo in stand-by, forse è finalmentegiunto il momento di leggerlo!

    RispondiElimina
  2. Un libro che ho in casa da un po' ma che non ho mai letto... Dovrei andare a ripescarlo in libreria! Buon week end!

    RispondiElimina